MALCOLM MCDOWELL: COMPIE SETTANTASETTE ANNI IL DIVO DI ARANCIA MECCANICA

Ha fatto di tutto e di più, dal 1971 ad oggi,Malcolm McDowell. Eppure rimane indelebile quel suoAlexander “Alex” DeLarge, una maschera che è difficile scrollarsi di dosso. Nomini Malcolm e pensi ad Alex. È inevitabile. Balza subito in mente quel suo sguardo macabro e soddisfatto, fisso sullo schermo che lentamente si allontana da quei quattro “Drughi”, seduti al Korova Milk Bar. Oggi Malcolm compie 77 anni, ma tra le rughe e i capelli bianchi possiamo ancora intravedere quell’espressione iconica. Eppure l’attore britannico, nato il 13 giugno del 1943 a Horsforth, un piccolo sobborgo di Leeds, è andato ben oltre quell’Alex. Lui che dopo aver lavorato nel pub del padre, ha studiato alla London Academy of Music and Dramatic Art e da lì a poco arriverà il debutto, da protagonista. Il regista Lindsay Anderson lo vorrà nella parte dello studente ribelle Mick Travis inSe…(1968), film vincitore della Palma d’Oro a Cannes. L’importanza del ruolo e il periodo di contestazioni giovanili di quegli anni proiettano l’attore verso la fama internazionale. Passano tre anni e arriva la grande chiamata.Stanley Kubrickgli affida il ruolo principale inArancia Meccanica, uno dei capolavori più discussi della settima arte. Il film segue le gesta, in un futuro imprecisato, del giovane Alex DeLarge, leader di una banda criminale (i cosiddetti “Drughi”) nella metropoli londinese. L’antieroe di McDowell ha come principali interessi Beethoven, lo stupro e l’ultra-violenza. Sotto le direttive maniacali e perfezionistiche di Kubrick , l’attore dà vita ad una delle personalità più controverse ed estreme di tutti i tempi. Non ne uscirà illeso: in una delle scene più figurative dell’opera, Alex è costretto a vedere spezzoni di film violenti con le palpebre spalancate da dei divaricatori oculari; il dottore accanto all’attore è un dottore vero, lì per somministrargli il collirio ogni quindici secondi affinché non subisca gravi danni alla vista. Come risultato, le sue cornee subiscono lesioni che ne peggiorano la vista per i giorni successivi. Inoltre, durante la scena in cui il protagonista viene malmenato dai drughi con la testa immersa in un abbeveratoio, Malcolm è realmente rimasto in apnea per circa un minuto. Realismo al servizio della recitazione, insomma. Non fece nemmeno il provino per quella parte. Kubrick lo scelse senza alcun dubbio. Ne aveva visto il talento attoriale e intuito la genialità artistica. Solo un genio avrebbe potuto cantare con euforia “Singin’ in the rain” durante una scena brutale del film, che il regista reputava troppo “piatta”. La scelta canora dell’attore, non prevista dal copione, era proprio l’ingrediente mancante. Il film sarà censurato, vietato ai minori, ritirato dalle sale per volere del regista stesso e Malcolm diventerà il volto della violenza pura degli uomini. Un personaggio malvagio e irrazionale, a cui verrà tolto il libero arbitrio in un percorso riparatore che lo trasformerà in vittima e persino “buono” agli occhi del pubblico. Dopo il controverso successo, Malcolm torna ad essere Mick Travis per Lindsay Anderson nelle black comedyO Lucky Man!(1973) eBritannia Hospital(1982), mentre nel 1979 interpreta l’imperatore romanoCaligolanell’omonimo film. E così un’altra immagine gli rimane incollata addosso, per via delle scene di nudo e sesso esplicito, imposte dal produttore Bob Guccione (fondatore della rivista “Penthouse”) e dirette da Tinto Brass. L’opera verrà bocciata dalla critica e rifiutata dal pubblico: sarà un disastro al botteghino per un film a modo suo ambizioso che vedeva McDowell recitare al fianco di Peter O’Toole ed Hellen Mirren. Torna in Italia per recitare inMortacci, diretto da Sergio Citti nel 1989. L’anno dopo è Roland Emmerich a dirigerlo nel fantascientifico “Moon – Attacco alla fortezza”. Dopo un ruolo da protagonista nell’opera prodotta in Unione Sovietica, “L’assassino dello Zar”, nel 1992 interpreta se stesso nel cast corale nel film “I protagonisti” di Robert Altman. Prende parte a numerosi B-movies e in molte serie TV (alcune come guest star) e, a metà degli anni novanta, inizia a doppiare i personaggi di molte serie animate. Negli anni duemila interpreta il dottor Samuel Loomis in “Halloween – The beginning”(2007) e in “Halloween II”(2009) entrambi diretti da Rob Zombie e tra le apparizioni più recenti merita una citazione la partecipazione al film “Bombshell – La voce dello scandalo”(2019). Malcolm si è sposato ben tre volte. La prima volta nel 1975, con l’attrice Margot Bennett che lascia nel 1980.Lo stesso anno si sposa con Mary Steenburgen, anche lei attrice. I due hanno avuto due figli, prima di divorziare nel 1990. L’anno dopo l’attore si sposa con l’artista Kelley Kuhr, l’attuale moglie con la quale ha avuto tre figli. Oggi vivono a Ojai, in California, e trascorrono le vacanze in un casolare nel Chianti, in Toscana. L’Italia non l’ha mai dimenticata. Insomma ne ha fatte di cose Malcolm McDowell. Forse per sfuggire da Alexander DeLarge, figura imponente, non facile da allontanare. Il suo è stato un cattivo spietato, sofisticato, acculturato, amaro, irresponsabile ed estremo.Per intenderci, unico nel suo genere.