ANCHE IL CONSIGLIO DI STATO RITIENE ILLEGITTIMA LA CHIUSURA DELLO SPRAR DI RIACE

Giunge dopo la sentenza del Tar di un anno fa. È la decisione del Consiglio di Stato adito dai legali del Comune di Riace dopo che il TAR, sezione staccata di Reggio Calabria, aveva ritenuto illegittimo il provvedimento del Viminale con cui Riace era stato escluso dal progetto SPRAR , sigla a riassumere il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati. Giunge dopo un cambio di amministrazione comunale adesso a trazione leghista, dopo un cambio di legali da parte della stessa amministrazione, dopo un cambio di forze maggioritarie al Governo, all’epoca della vicenda che fece scalpore, formato da Cinque Stelle e Lega. Il Consiglio di Stato sconfesserebbe di fatto l’operato del Ministero dell’Interno i cui comportamenti concludenti stridevano con la repentina decisione di revocare l’assegnazione del progetto SPRAR. Una perfetta continuità con il passato. In attesa di leggere le motivazioni estese della sentenza di annullamento del provvedimento amministrativo, è dato sapere che i Giudici del grado di appello della Giustizia Amministrativa avrebbero confermato la sentenza di primo grado rilevando l’incongruenza di alcuni atteggiamenti ministeriali. In sintesi, secondo i giudici, l’amministrazione di Riace non avrebbe mai ricevuto alcuna contestazione di addebiti circa eventuali irregolarita’gestionali pur essendoci una cogestione sinergica fra Stato ed Ente locale. Mai alcuna diffida ad adempiere adeguatamente con segnalazioni di criticità e un termine per conformarsi al chiesto, secondo la buona prassi amministrativa. Invece i dati probatori avrebbero evidenziato che in data 26 gennaio 2017 una relazione della Prefettura plaudiva al Modello Riace, salvo successivamente inviare un documento con cui veniva revocato il finanziamento SPRAR decretando, di fatto, la morte per Riace. Il Tar prima e il Consiglio di Stato ieri, avrebbero intravisto nella mancanza dei crismi di una diffida, non essendoci nel documento la messa in mora per adempiere al Comune di Riace , un interesse a non agire immediatamente e secondo i parametri del buon andamento amministrativo e della trasparenza. Anzi, avrebbero rilevato i giudici dell’appello , il fatto che solo qualche mese prima si otteneva il provvedimento di rifinanziamento dello SPRAR, si otteneva una relazione positiva da parte della Prefettura, innescava un legittimo affidamento nella amministrazione guidata da Mimmo Lucano. Lo stop all’accoglienza imposto al comune nel 2019 avrebbe trovato il suo substrato probatorio e legittimante,quindi, in una comunicazione di circa due anni prima contenente l’individuazione di alcune criticità ma senza contestazione precisa e puntuale, senza termini per adeguarsi . Non una regolare diffida la cui inottemperanza avrebbe legittimato il provvedimento di revoca. L’ insussistenza dei requisiti necessari a trasformare una missiva in una diffida ad adempiere entro un termine, avrebbe fatto venire meno giudizialmente, facendola crollare, l’impalcatura predisposta dai legali dell’ente che avevano proposto appello . Appello, quindi, rigettato. Lo SPRAR di Riace è legittimo e sarebbe stata un eccesso di potere la sua revoca. L’attuale amministrazione di Riace a guida leghista non esulta, la sentenza sconfessa la tesi del Ministero dell’Interno all’ epoca dei fatti guidato da Salvini. Chi lo dice adesso al Vento? Adesso che le stradine di Riace non risuonano di risa e delle voci del mondo, adesso che la polvere della propaganda ha ricoperto murales e diritti ?