SALVINI IN SICILIA. TRA I FISCHI E LA RETORICA DEL PONTE SULLO STRETTO

Mini tour per Matteo Salvini in Sicilia. Mini comizi conclusivi del giro a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Contestazioni e fischi ne hanno ritardato l’inizio. ” Sono solo fischi di dieci sfigati” la flemmatica e, apparentemente imperturbabile, risposta. In realtà fischi sintomatici di molti fiaschi che il leader del Carroccio sta collezionando. Fischi e contestazioni che secondo il segretario della Lega Nord, quando si è in Sicilia occorre rimarcarlo a futura memoria, impegnerebbero le forze dell’ordine a garantire sicurezza quando potrebbero essere impiegate per perseguire la commissione di reati. Il repertorio è sempre lo stesso, il capro espiatorio, in terra di accoglienza quale è la Sicilia, è l’immigrato. “Abbiamo bisogno di turisti, non di migranti” infervora gli astanti dal palco, in un parallelismo subliminale che pone le basi per la ovvia discriminazione. E i fischi e gli striscioni contro. E anche gli applausi di una parte dei cittadini a sottolineare la condivisione di idee non geneticamente appartenenti a queste latitudini fino a qualche anno fa. Poi il colpo maestro della perenne campagna elettorale mai arrestatasi neppure nel periodo di picco pandemico : ” La Sicilia ha bisogno di infrastrutture, lavoro e soldi veri. Ci sono però alcune opere che vanno sbloccate a livello nazionale e penso, ad esempio. al ponte dello Stretto che non è solo quello tra la Sicilia e la Calabria ma fra l’Italia e il resto del Mondo…Il ponte rappresenta sviluppo, lavoro, bellezza, crescita e velocità..”(cfr.Stretto web 13/6/2020) A volte ritornano…Chi? Gli Statisti? I grandi economisti? Il silenzio è eloquente.Meglio chiedere : Cosa?La Retorica delle grandi opere. Le cattedrali nel deserto di cui si conosce la valenza o meglio la non valenza e non utilita’, ma che sono il velo dietro cui poco importa se si celi l’inferno o il paradiso. E oggi replica a Reggio Calabria, Maropati e Tropea. The show must go on.