OCCORRE UNIRSI PER BATTERE LA DESTRA ALLE REGIONALI

Questa destra è il male. Unirsi per batterla alle regionali. Auspicare che la sinistra sia unita e che alle regionali sia alleata con il M5stelle, non significa annacquare l’identità del PD che invece a mio parere dovrebbe essere meglio definita come forza di sinistra, razionale, del lavoro, che vuole rappresentare i ceti popolari e che si ispira agli ideali e ai valori del socialismo e alla cultura popolare cristiana. Significa prendere atto con realismo che il sistema elettorale per le regionali è maggioritario e che ormai da tempo il secondo turno, che credo esista solo in Toscana, finisce per favorire la destra.Significa inoltre essere consapevoli che alle regionali una sconfitta di ampia portata della sinistra produrrebbe probabilmente la crisi del governo attuale e il ricorso alle elezioni; in questa situazione economica e sociale esplosiva che favorirebbe la vittoria di questa destra a guida nazionalpopulista, dominata da Salvini e da Meloni con le loro idee antieuropeiste e xenofobe, le loro pulsioni illiberali , il loro antifemminismo, le loro amicizie internazionali, la loro insensibilità alle questioni ambientali. Infine, ma non per ultimo, c’è il rischio che sia eletto nel 2022 un presidente della Repubblica affine alla cultura politica di questa destra, poco o per niente antifascista e non propensa a identificarsi con la Costituzione Italiana. Insomma un vero e proprio disastro potrebbe avere inizio da un risultato negativo alle regionali. Non è sbagliato quindi richiamare tutti coloro che vedono nella destra il principale avversario ad unirsi per batterla, senza ovviamente rinunciare alla propria identità e ai propri programmi su cui cercare intese e compromessi.D’altra parte, lo svolgimento della vicenda politica dovrebbe avere ampiamente dimostrato anche a tante belle anime di dirigenti del M5stelle, e pure a tanti suoi elettori in buona fede, che non è possibile essere alternativi alla destra e alla sinistra perché la realtà effettuale tende a creare sempre uno spartiacque tra chi ha a cuore i valori della libertà e dell’uguaglianza e chi ritiene invece di dover far leva sull’egoismo, sulla paura del diverso e sulla chiusura nazionalistica, sulla difesa degli interessi costituiti. Scegliere da che parte stare darebbe senso alla responsabilità di governo che il M5stelle è stato costretto ad assumersi e darebbe forza e prospettiva all’alleanza con il PD.Se fossimo andati alle elezioni nell’autunno dello scorso anno probabilmente il discorso poteva essere diverso: destra e sinistra, dopo il fallimento del Conte 1, potevano affrontarsi in campo aperto in una battaglia sui valori e sui programmi fondamentali che avrebbe fatto comunque bene al Paese.Ma ora, specialmente dopo la tragedia umana economica e sociale del Coronavirus, sarebbe sciocco e irresponsabile non guardare avanti e spingere l’Italia verso un’avventura politica dagli esiti rischiosi per la democrazia e la tenuta sociale.Sarà dura per i 5stelle dover riconoscere che tra destra e sinistra “tertium non datur”, ma prima lo faranno e meglio sarà per loro e per tutti. Quanto all’dentità, che giustamente vogliamo conservare e sviluppare, la migliore risposta politica è approvare a livello nazionale una legge elettorale proporzionale che consenta ai partiti di definirsi, di fare con i loro nomi e i loro programmi la campagna elettorale e allearsi poi, in base al risultato elettorale, come avviene efficacemente in un paese come la Germania.Risultava che su una legge di questo tipo ci fosse un’ampia convergenza in Parlamento e prima di tutto tra PD e M5stelle.Sarebbe bene approvarla quanto prima. Intanto, provare a non regalare a questa destra unita e forte la possibilità di un risultato alle regionali che finirebbe per rilanciarla e per vanificare gli sforzi, la fatica e, seppure insufficiente, anche qualche risultato che in questi mesi l’alleanza PD e M5stelle ha garantito.