Addio alle cene aziendali: diventano proibite dallo Stato Italiano | Non possono essere organizzate per legge

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Sono finiti sotto accusa pranzi e feste tra colleghi negli enti pubblici: da questo momento in poi si rischia molto organizzando questo tipo di cene aziendali.
Le cene aziendali sono viste come un modo per ringraziare i dipendenti, celebrare i risultati raggiunti e creare un clima di squadra utile per l’ambiente di lavoro.
Attualmente, però, quelle che vengono presentate come semplici occasioni di convivialità rischiano di trasformarsi in un problema serio, soprattutto negli enti pubblici.
La Corte dei Conti sta controllando con maggiore attenzione tutte le spese sostenute con soldi pubblici e non tutte vengono considerate legittime.
C’è il rischio concreto che spesso le cene aziendali siano considerate “spese ingiustificate” e siano previste condanne e risarcimenti a carico dei dirigenti che le hanno autorizzate.
Cene aziendali organizzate con i soldi pubblici: il caso del Trentino e la sentenza della Corte dei Conti
È quello che è accaduto in Trentino, dove una cena per 180 persone è costata cara a un direttore. L’obiettivo era premiare i dipendenti, ma il banchetto è finito al centro di un processo. Per i giudici, infatti, non si trattava di una spesa di rappresentanza, ma di un evento interno che non aveva alcuna utilità per l’amministrazione.
Tutto parte da una serata organizzata nel 2019 dalla Residenza sanitaria assistita (Rsa) di Levico Terme. In quell’occasione l’ex direttore aveva deciso di riunire circa 180 persone tra dipendenti e dirigenti per una cena-premio. Il costo totale, quasi 6.000 euro, era stato classificato come “spesa di rappresentanza”. Per la Corte dei conti di Trento la definizione non è corretta. Secondo i giudici, infatti, quella spesa non aveva nulla a che vedere con la promozione o il prestigio dell’ente, ma serviva solo a motivare il personale.

Come devono essere regolamentate le spese di rappresentanza negli Enti pubblici
Il dirigente è stato quindi condannato a restituire la somma. Insieme alla cena sono state esaminate anche altre spese. I costi relativi all’acquisto di spille, composizioni floreali e piccoli omaggi sono state in parte considerate regolari, ma non sufficienti a giustificare il banchetto. La difesa ha provato a spiegare che il lavoro in una Rsa è complesso e che l’intento era solo quello di ringraziare chi ogni giorno assiste gli anziani. La motivazione non ha convinto la Corte che ha ribadito come ogni spesa debba essere prevista e regolamentata.
Secondo questa sentenza, destinata a fare scuola, quindi, le spese di rappresentanza possono essere fatte solo se legate a eventi ufficiali o utili a migliorare l’immagine dell’ente verso l’esterno. Devono essere documentate, inserite nel bilancio e strettamente connesse alle finalità istituzionali. Non rientrano in questa categoria i pranzi, le cene o le feste interne tra dipendenti.