Pasta Divella guida il successo nell’export della pasta Italiana: ecco i mercati di maggiore successo
Pasta Divella (Pexels) - Alganews
L’industria della pasta italiana scommette sull’espansione: già il 40% della produzione viene esportato, ma l’obiettivo ora è conquistare i mercati asiatici emergenti con strategie mirate.
L’export della pasta italiana continua a godere di un successo ininterrotto a livello globale. Vincenzo Divella, ad del gruppo Divella e testimone di questa eccellenza, intervistato ai microfoni de IlSole24ore, conferma che la quota di prodotto destinato all’estero ha già raggiunto il 40% del totale, un dato che secondo l’imprenditore è destinato a crescere ulteriormente. La speranza è che questa tendenza positiva non solo si mantenga ma si intensifichi nei prossimi anni.
I pilastri di questa espansione rimangono saldi nei mercati tradizionalmente forti. L’Europa, l’America, il Canada e l’Australia continuano a rappresentare le aree di maggiore interesse e consolidamento per il prodotto italiano. Tuttavia, l’attenzione del settore si sta rapidamente spostando verso nuove e promettenti frontiere commerciali, che richiedono un approccio strategico e innovativo.
L’Assalto all’Asia: Cina e Corea del Sud in Primo Piano
È sui mercati asiatici che si concentra la nuova fase di espansione. Nazioni come la Cina, la Sud Corea e numerosi altri paesi del continente asiatico sono identificate come destinazioni cruciali per l’avvio di nuove operazioni commerciali. Di Vella sottolinea l’importanza di non agire con presunzione, ma di adottare un approccio empatico e orientato al cliente.
La strategia vincente, in questi contesti emergenti, non può prescindere dalla comprensione delle esigenze locali. “Bisogna vendere per quello che il cliente desidera e non per quello che pensi tu,” è la regola d’oro dettata dall’esperienza. Questo implica un’analisi approfondita dei desideri dei consumatori e, subito dopo, la formulazione di una strategia di ingresso su misura per ciascun paese. La sfida, in particolare, consisterà nel “far capire come si cucina la pasta” – un elemento culturale fondamentale che necessiterà di pazienza e dedizione. Nonostante le difficoltà che si prospettano, l’industria è convinta che questo sforzo di penetrazione in Oriente “vale la pena”.
