Ultim’ora Busta Paga: addio alla trattenuta più fastidiosa di sempre | Stipendio ricchissimo a partire dall’1 novembre 2025

Addio a questa trattenuta

Addio a questa trattenuta (Fonte: Canva) - www.alganews.it

Come mai si parla di addio alla trattenuta forse più contestata di sempre dai lavoratori, che possono trovarsi in busta paga? Facciamo chiarezza in merito.

Quando si inizia a lavorare, ogni lavoratore naturalmente cerca di scegliere la mansione più in linea con i propri interessi, quand’è possibile, ma alla fine il dettaglio principale che tutti guardano è la cifra che andranno a prendere di stipendio.

Diciamocelo, nessuno vuole lavorare gratis, per quanto lo stipendio possa essere ridotto, ma è pur sempre un’entrata che aiuta i lavoratori a sbarcare il lunario. Se non ci fosse retribuzione, dovremmo parlare di volontariato, ma quella è un’altra storia.

Il proprio stipendio viene calcolato sulla base di svariati parametri e trattenute più o meno alte, che ridefiniscono il netto, partendo dalla cifra lorda, che sarà la nostra base di partenza su come impostare la nostra vita da quel momento in poi.

Eppure non tutti lo sanno, ma i lavoratori potrebbero dire addio alla trattenuta forse più contestata di sempre? Facciamo chiarezza in merito.

Le trattenute in busta paga

Ogni lavoratore che sia esso: pubblico, privato o autonomo, dovrebbe saper leggere la propria busta paga, visto che l’errore potrebbe sempre capitare da chi la stila, anche se ormai l’aiuto della tecnologia previene di molto questo scenario. Essendo sempre un essere umano a inserire i dati, una dimenticanza del monte ore per esempio, potrebbe cambiare la vostra cifra finale sul cedolino.

Oltre a questo, è giusto conoscere tutte le varie trattenute che vi vengono detratte. Infatti queste sono definite principalmente dai: contributi previdenziali, come quelli inerenti all’INPS e all’INAIL; le imposte, come IRPEF e le addizionali regionali e comunali e altre inerenti ai contributi sindacali o alle quote per i fondi per la pensione integrativa. Per ognuna di queste ci sono degli altri valori da conoscere come gli scaglioni dell’IRPEF e così via.

La decisione della Corte di Cassazione in merito a questa trattenuta
La decisione della Corte di Cassazione in merito a questa trattenuta (Fonte: Canva) – www.alganews.it

Addio a questa trattenuta

Oltre a queste in elenco, c’è ancora un’altra trattenuta per la quale molti lavoratori provano avversione, alla quale potrebbero dire addio se si verifica questo particolare scenario. Ogni lavoro è gestito dal contratto collettivo nazionale di riferimento e per ognuno di essi c’è l’apposita clausola che definisce il rimborso massimo che un datore di lavoro potrebbe acquisire dalla paga del dipendente, qualora questo, danneggiasse una proprietà dell’azienda.

Nonostante ciò, come leggiamo da quifinanza.it, la Cassazione avrebbe stabilito chiaramente che l’azienda non può trattenere soldi dallo stipendio in automatico come autotutela preventiva, senza prima aver notificato la sanzione disciplinare relativa al rimprovero. Questo è quanto emerso dalla sentenza n.26607, dove l’azienda avrebbe trattenuto dalla busta paga del dipendente, colpevole di aver danneggiato un muletto, due importi ben definiti. Il punto è che la prima trattenuta era stata revocata prima della notifica in oggetto e quindi i giudici hanno chiarito che, la seconda trattenuta risultava legittima, mentre la prima no. Di conseguenza l’azienda aveva l’obbligo di restituzione del primo importo trattenuto. Questo perché anche il datore di lavoro ha degli obblighi da seguire e tra questi il rispetto della normativa vigente è al primo posto.