“È solo un antidolorifico…”: ora è REATO | Scatta la tolleranza zero per chi porta medicine in borsa, legge già approvata

Compressa-antidolorifico-Foto-di-Artem-Podrez-da-Pexels-Alganews.it

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Un gesto apparentemente innocente può trasformarsi in un guaio serio quando si viaggia oltre il confine: ecco perché non bisognerebbe portare farmaci in borsa, anche se si tratta di semplici antidolorifici.

Quando ci si sposta, sia per lunghi che per brevi periodi, è pratica comune portarsi dietro dei farmaci. Antidolorifici, compresse per malesseri generalizzati e tanto altro rappresentano una vera e propria ancora di salvezza.

In certi Paesi, però, quel gesto può trasformarsi in un problema legale serio anche se si tratta di farmaci comuni che in Italia si comprano liberamente in farmacia.

Bisogna pensare, infatti, che non vengono applicate le stesse regole ovunque e ci si potrebbe trovare in situazioni scomode. Anche una semplice compressa per il mal di testa può essere classificata come sostanza vietata.

Sempre più viaggiatori vengono fermati ai controlli doganali senza sapere di aver fatto nulla di male: ecco perché conoscere le norme del Paese di destinazione è diventato essenziale quanto il passaporto o la carta d’imbarco.

Controlli più severi per chi viaggia con farmaci: cosa aspettarsi

Da un po’ di tempo molti Stati hanno introdotto regole più rigide sui medicinali che si possono portare in valigia. Le autorità doganali richiedono spesso che i farmaci siano destinati all’uso personale e accompagnati da una prescrizione, anche se si tratta di prodotti da banco. Alcuni principi attivi, seppur comuni in Europa, sono considerati pericolosi in altri Paesi e non possono entrare neppure in piccole quantità.

In certi casi è necessario dichiararli al momento dell’arrivo o ottenere un’autorizzazione preventiva. Non conoscere la legge non è una scusa valida perché chi viene trovato con sostanze vietate rischia il sequestro dei medicinali e, nei casi più gravi, sanzioni penali. Per questo è fondamentale informarsi prima della partenza, soprattutto se si viaggia con cure croniche o prescrizioni particolari.

Preparare-valigia-Foto-di-Vlada-Karpovich-da-Pexels-Alganews
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Tolleranza zero anche per i farmaci comuni: cosa non è possibile portare e dove

Tra i Paesi più severi c’è il Giappone. Qui le norme sui farmaci sono molto rigide. Alcuni medicinali di uso comune in Europa, come quelli contro il raffreddore o la tosse, contengono sostanze vietate dalle autorità giapponesi. Anche una semplice confezione può bastare per attirare l’attenzione dei doganieri e far scattare un controllo approfondito. Per evitare problemi, chi viaggia in Giappone deve richiedere in anticipo un certificato specifico chiamato “Yakkan Shomei”.

Si tratta di un documento necessario per importare determinati farmaci senza il quale le medicine possono essere sequestrate e il passeggero rischia multe o, nei casi peggiori, l’arresto. Le autorità nipponiche invitano i turisti a verificare tutto prima della partenza perché anche un piccolo errore può avere conseguenze pesanti.