Etichetta energetica nuova | addio A+++: torna la scala A–G senza inganni : la guida per pagare meno in bolletta

Frigorifero

Frigorifero (Pexels) - Alganews

Stop a sigle confuse e simboli ingannevoli: la nuova etichetta energetica europea, recepita in Italia da ENEA, torna alla scala semplice da A a G. Una rivoluzione per capire davvero quanto consuma un elettrodomestico e quanto ci farà risparmiare.

Per anni, il mercato ha convissuto con sigle come A+, A++ o addirittura A+++, che dovevano indicare un’elevata efficienza ma finivano per disorientare i consumatori. Con la nuova classificazione, introdotta dall’Unione Europea e aggiornata in Italia da ENEA, torna la scala lineare e immediata: sette lettere, dalla più virtuosa “A” alla meno efficiente “G”. Un ritorno alle origini che mira a favorire scelte più consapevoli e a stimolare l’innovazione tecnologica dei produttori.

L’obiettivo è duplice: semplificare la lettura per chi compra e rendere più selettivo l’accesso alle classi alte. Nessun prodotto, almeno per ora, rientra nella classe A, lasciando spazio a miglioramenti futuri. Questo significa che anche un elettrodomestico di ultima generazione può trovarsi in classe B o C senza essere “energivoro”: è il nuovo punto di partenza per una scala destinata a evolversi nel tempo.

Cosa cambia davvero sull’etichetta

La nuova etichetta, visibile su frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, televisori e lampadine, contiene informazioni più complete e standardizzate. In alto campeggia il QR code che rimanda al database europeo EPREL, dove è possibile consultare la scheda tecnica ufficiale del prodotto. Subito sotto, la scala colorata A–G mostra la classe energetica, con la lettera evidenziata da una freccia nera. Seguono i dati sui consumi reali: chilowattora per ciclo di lavaggio, per anno o per 100 ore di utilizzo, a seconda della categoria.

ENEA sottolinea che i nuovi test si basano su condizioni di uso reale, non più su cicli teorici o ideali. Per le lavatrici, ad esempio, il consumo viene calcolato su un programma “eco 40–60°”, mentre per i frigoriferi conta il fabbisogno medio annuo in kWh, considerando sbrinamento e temperature variabili. Tutti i valori sono più realistici e confrontabili, rendendo l’etichetta uno strumento concreto per valutare la spesa energetica nel tempo.

Lavatrice
Lavatrice (Pexels) – Alganews

Dove guardare per pagare meno dopo l’acquisto

La parte più importante dell’etichetta non è la lettera, ma il numero dei kWh. È quello che determina quanto inciderà l’elettrodomestico sulla bolletta. Un frigorifero in classe C che consuma 130 kWh l’anno può costare meno in uso di un modello B che ne consuma 160. Per capire il risparmio reale basta moltiplicare il valore indicato per il prezzo medio dell’energia elettrica (circa 0,25 €/kWh): il risultato mostra la spesa annua stimata.

Altri indicatori utili sono il livello di rumore (espresso in decibel e accompagnato da una scala da A a D) e la capacità o durata dei cicli. Questi parametri aiutano a scegliere non solo in base al prezzo di acquisto, ma anche al comfort e alla sostenibilità d’uso. ENEA consiglia di considerare sempre l’etichetta come un investimento: un prodotto in classe più alta può costare di più, ma recupera la differenza in pochi anni grazie ai consumi ridotti.

La nuova scala A–G segna la fine delle etichette “gonfiate” e restituisce al consumatore un linguaggio chiaro. Oggi leggere un’etichetta energetica è come leggere una bolletta in anticipo: ogni numero racconta quanto spenderemo e quanto inquineremo. Perché la vera efficienza non è solo quella scritta in verde, ma quella che si misura nel tempo, a colpi di chilowatt risparmiati.