Cartelle esattoriali, c’è la nuova scadenza finale | Se non paghi entro questa data sei fritto (e non c’è possibilità di scampo)
Agenzia delle entrate (Ansa) - Alganews
Una scadenza che può cambiare l’andamento della riscossione: presentare la domanda entro il 31 gennaio per bloccare l’esecutività.
Arriva al contribuente una della classiche notifiche della Agenzia delle Entrate‑Riscossione (AER): la cartella esattoriale. Spesso la risposta istintiva è “non pago”, “aspetto” o “vedrò più avanti”. Invece, grazie alle recenti normative e alle istruzioni fornite, è possibile intervenire in tempo utile per evitare che la cartella diventi esecutiva, ossia che l’Agente della riscossione possa avviare azioni come ipoteche, fermi, pignoramenti. In particolare, la scadenza del 31 gennaio assume un’importanza chiave.
È fondamentale comprendere che la cartella esattoriale è l’atto con cui si comunica l’iscrizione a ruolo di un credito da parte di un ente impositore e che, una volta notificata in regola, dà all’agente della riscossione il titolo per procedere coattivamente. Ecco dunque perché intervenire preventivamente, con una “semplice” richiesta di rateizzazione o sospensione può fare la differenza.
Il contesto e perché la scadenza del 31 gennaio è cruciale
Nel corso degli ultimi anni, la normativa relativa alla riscossione coattiva ha subito varie modifiche, anche in ragione dell’emergenza sanitaria. In particolare, sono state disposte sospensioni dei termini per la notifica delle cartelle, dei versamenti e delle azioni esecutive. In questo panorama, per cartelle esattoriali scadute o da notificare, il termine del 31 gennaio assume un ruolo determinante per i debiti sospesi.
È utile ricordare che l’Agenzia delle Entrate‑Riscossione prevede la possibilità di richiedere la rateizzazione del debito oppure la sospensione dell’azione esecutiva, ma condizionata a tempi e modalità ben precise. Se la domanda viene presentata tempestivamente, l’avvio dell’esecuzione coattiva può essere evitato o almeno rinviato.

Come evitare che la cartella diventi esecutiva: le strade pratiche
Innanzitutto è fondamentale verificare di aver ricevuto correttamente la notifica della cartella esattoriale: se questa non è stata fatta nei termini di legge, può essere impugnabile. In secondo luogo, e importante, è la presentazione della domanda di rateizzazione o della richiesta di sospensione prima che l’agente della riscossione avvii l’azione esecutiva.
In concreto: il contribuente può rivolgersi all’Agenzia delle Entrate‑Riscossione, compilando l’apposito modulo per la rateizzazione o la sospensione, allegando documentazione se richiesta (ad esempio redditi, situazione patrimoniale). Da gennaio 2025, si prevede la possibilità di accedere alla rateizzazione “a semplice richiesta” per determinate categorie. Se la domanda viene accolta prima che scatti l’esecuzione, la cartella può essere gestita senza che vengano attivati fermi o pignoramenti.
È bene tenere presente che il mancato versamento di una o più rate comporta la decadenza dal piano di rateizzazione e il ritorno dello stato esecutivo. Inoltre, una volta decorso il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella senza aver né pagato né impugnato l’atto, l’agente può avviare l’espropriazione forzata.
Se hai ricevuto una cartella esattoriale, o stai per riceverla, agisci entro il termine indicato (nel caso generico “termini sospesi sino al 31 gennaio”) per presentare la richiesta all’Agenzia delle Entrate‑Riscossione: questo semplice passaggio può scongiurare l’esecuzione coattiva.
