AUMENTATI IN TUTTA EUROPA I LIVELLI DI DISUGUAGLIANZA
In tutta #Europa sono aumentati i livelli di #disuguaglianza. Il nostro Paese e gli altri con maggiori criticità di Bilancio sono stati amministrati con #politiche che hanno portato a gravissime sofferenze sociali. Sono state ridotte o eliminate tantissime protezioni #sociali e ciò ha portato ad un ampio sentimento di insicurezza e ad un diffuso atteggiamento di diffidenza ed egoismo.Infatti intolleranza e razzismo oggi trovano spazio nei nostri comportamenti ed hanno dato origine a guerre tra poveri, sentimenti di insofferenza ed episodi di #disperazione fino alla #violenza anche contro se stessi e i propri cari. In questo contesto risulta leggibile il doloroso atteggiamento di indifferenza verso i drammi di chi cerca rifugio nel nostro paese dopo essere fuggito alle sofferenze nei propri luoghi di nascita.Il mondo del #lavoro è stato estremamente frammentato e ciò è avvenuto negli anni, anche mentre governavano partiti che si erano intestati la #rappresentanza e la difesa della dignità e dei #diritti di chi vive solo del proprio lavoro. Oggi le diverse organizzazioni di #sinistra, #partiti e #sindacati, sono frammentate in mille cocci; i partiti in particolare si raccolgono intorno a leaders riconosciuti dalle #persone più vicine, ma a cui tantissimi cittadini attribuiscono, e in buona parte a ragione, la responsabilità delle difficoltà presenti. Le organizzazioni popolari sono corrose dall’individualismo e dalla sfiducia.Si continua a sentir dire che c’è bisogno di un nuovo #partito della Sinistra e tutti i fautori concordano sulle qualità che questo dovrebbe avere: essere inclusivo, ampio, aperto. Il dramma è che tale partito nessuno riesce a costruirlo ed ogni tentativo di aggregazione finora ha sortito l’effetto contrario: la nascita di nuove compagini. Tutti parlano di “vaste praterie” per la costruzione di un’organizzazione che difenda chi vive del proprio lavoro, ma ciascuna di quelle esistenti è gelosa della propria autonomia, nessun gruppo dirigente è disposto ad abdicare alle proprie (piuttosto misere) rendite di posizione, così l’area in cui costruire è ingombra delle macerie dei partiti costruiti in precedenza e, in più, queste macerie sono abitate e difese con determinazione da chi le occupa: lo sviluppo di qualcosa di efficace è sacrificato alla sopravvivenza dell’esistente.Credo sia il caso di fermarsi e di valutare due considerazioni:– se lo sfruttamento oggi somiglia a quello di sempre, gli sfruttati sono cambiati, moltissimi provengono dalle classi medie, alfabetizzati e in molti casi ben scolarizzati, financo con preparazioni di eccellenza;– L’individualismo è diventato fattore comune, tanto d’aver permeato molti anche a sinistra.C’è bisogno di una analisi sincera fino alla spietatezza, di proposte realmente innovative e di condivisione delle conoscenze: c’è bisogno di contenuti molto più che di contenitori.Questo fa sì che io abbia deciso in questa fase di scegliere lo studio, collettivo, e la creazione di relazioni, di condivisioni aperte, di coesioni, insieme a chi, come me, avverte più l’urgenza dei problemi e la necessità di soluzioni adeguate, che l’utilità di veicoli con pochi posti atti a trasportare i propri leaders nelle istituzioni.Ciò non vuol dire che io rinunci alla lotta politica. Non riuscirei a stare zitto. Sento il bisogno di combattere le nuove destre che – più o meno scopertamente – vogliono finire di smontare le conquiste civili, sociali e politiche ottenute con la #Costituzione e nei primi decenni della #Repubblica. Così come continuerò a lavorare per le liste che mi appariranno più convincenti e più vicine ai miei valori e conto di sceglierle in un processo collettivo.Solo che penso che i partiti si costruiscano affrontando i problemi sociali e creando relazioni di #coesione, non costruendo contenitori: ce ne sono già troppi e sono fragili e pieni di buchi.
