LA REPUBBLICA CECA E L’AGRICOLTURA BIOLOGICA

L’impressione, quando si guarda il paesaggio boemo e i vasti territori verdi è quella di avere davanti un paese che sta facendo grandi passi avanti rispetto alle sorelle. Dopo la rivoluzione dei campanelli che ha sconfitto il regime una rivoluzione ben più profonda assorbe la nazione, la rinascita e l’adeguamento alle più attuali esigenze tecnologiche sia in fatto di produzione che di commercializzazione. Ora l’agricoltura biologica continua la sua estensione in tutta l’Europa. L’uso dei pesticidi è sempre più limitato grazie ad una richiesta del mercato che privilegia alimenti non trattati. Ogni nazione contribuisce all’aumento di zone agricole bonificate che si traduce in terreni puliti da agenti antiparassitari e anticrittogamici. Nei paesi dell’ex Patto di varsavia, ora nella UE, lo sviluppo nel campo agricolo è improntato su tre parole chiave, qualità, biologico e multifunzionalità. In generale la Cechia è molto attenta alla qualità, al biologico, al “sistema di coltivazione integrato e al rispetto dell’ambiente. La multifunzione, cioè la propensione a lavorare fino alla fine i prodotti, per arrivare direttamente senza intermediari al consumatore finale sta iniziando ad essere la regola. Secondo il Czso, Český statistický úřad, l’Ufficio Ceco di Statistica che ha curato l’indagine relativa allo stato dell’agricoltura ceca, la nazione, negli ultimi venti anni ha subito un processo di rivalutazione delle coltivazioni, trasformando il ricco territorio agricolo in biologico. Nello scorso anno le aziende agricole che hanno pianificato la eco-coltivazione hanno raggiunto un quinto del totale, rappresentando il 13% dell’intera superficie coltivata. Il dato più alto di tutta l’Unione Europea. Non solo l’area totale di agricoltura biologica e il numero di produttori organici sono aumentati, ma c’è il potenziale di una ulteriore crescita futura. L’agricoltura in Repubblica Ceca coinvolge circa 23.400 coltivatori diretti collocati in tremila aziende per una estensione del terreno totale di circa 3,45 milioni di ettari. È molto se si pensa che la percentuale dei terreni agricoli a coltivazioni bio, e non, è del 43,8% su una superficie globale dello stato di 78.866 kmq. In questa realtà la scelta di convertirsi e seguire i dettami ecologici assume un carattere di grande importanza. “Il numero dei coltivatori e delle imprese agricole ecologiche è aumentato di sette volte dall’inizio del 2000” così afferma Iva Ritschelová, direttrice dell’Ufficio di Statistica Ceco. Anche il personale addetto tra agricoltori e aziende sembra abbastanza rilevante considerato il numero di abitanti di poco superiore ai 10 milioni. Nel 2016 si calcola che gli agricoltori e le aziende agricole, comprese le cooperative, gestiscono circa 3 457 migliaia di corone ceche. Si sono verificati cambiamenti significativi anche nei rapporti di proprietà della terra. Mentre all’inizio del secolo le persone gestivano quasi esclusivamente terreni affittati, negli ultimi anni c’è stata una tendenza alla proprietà, sia come agricoltore singolo che come società. Il fatto contribuisce a avere maggiore consapevolezza del problema ambientale e una sensibilizzazione verso una produzione pulita che li induce nella conversione all’ecologico. Rispetto all’Europa, l’agricoltura nella Repubblica Ceca è molto concentrata. La media europea è di circa 16 ettari coltivati da ogni agricoltore o azienda agricola, mentre in Cechia si innalza a 133 ettari. Un dislivello enorme che però consente di capire l’importanza della differenziazione bio. Le scelte determinanti, come l’abbassamento del livello di pesticidi, la reintroduzione di processi che rispettano l’ambiente, la capacità di distribuire in modo più selettivo le coltivazioni, sono elementi che in questo paese hanno un forte impatto sulle politiche agricole europee. Nonostante la percentuale dei terreni agricoli, coltivabili si stia restringendo, le aziende agricole sono aumentate di sette volte. Sono aumentati anche gli strumenti che contribuiscono a favorire le operazioni di lavorazione dei terreni. Sembra che la meccanizzazione raggiunta è tale che la quantità di addetti necessari per cento ettari di terreno sia di 3,3 per una media europea di 12,7 addetti. La produzione biologica nel paese ceco è distribuita fra granaglie, grano, frutti di bosco e legumi. I prodotti che sono maggiormente coltivati sono mais e colza oltre ad un forte aumento di vigneti. I dati riportano una leggera diminuzione del luppolo e dell’orzo, fatto abbastanza singolare perché la Repubblica Ceca è storicamente una grande produttrice di birra, e ancora adesso è considerata la bevanda nazionale. Sono aumentati i prati e i pascoli permanenti di animali come pecore, capre e cavalli mentre diminuiscono le mandrie di bovini. Naturalmente le richieste del mercato, sempre in continua evoluzione, aiutano l’espansione delle coltivazioni biologiche, facendo oscillare la vendita verso prodotti qualità, con un percorso organico controllato. Secondo l’Eurostat la maggior parte dei supermercati cechi offrono solo una piccola scelta di prodotti biologici e con un prezzo nettamente più elevato degli altri, che tiene alla larga i consumatori recependolo come un bene di lusso. La maggioranza di persone ha dichiarato che non acquistano bio per colpa del prezzo elevato. Se il prezzo dei prodotti diminuisse il potenziale di consumo aumenterebbe del 100%. I prodotti bio più venduti sono latticini, frutta, verdura e carne. Se la filiera si accorcia, il prezzo si abbassa di tre volte. Da qui l’esigenza dei produttori di garantire una multifunzionalità e un servizio innovativo, vendendo direttamente la propria produzione, aiutata dai nuovi sistemi digitali e app. Nonostante la propensione del paese all’aumento delle aree agricole pulite deve ancora raggiungere le quote della sua vicina Austria che probabilmente è il primo paese europeo, insieme agli stati che si affacciano sul Mar Baltico, con un quinto dei terreni agricoli libero da pesticidi. Se si considera, come termine di paragone, tutta l’area organica nell’Europa, che tende al rialzo in tutti i paesi nonostante le notevoli differenze tra un paese e l’altro, la Repubblica Ceca e l’Italia proseguono il loro cammino verso l’eco, affiancate, entrambe in seconda posizione con il loro 13% di superficie pulita.