“DOLCEROMA”? NO, AMARISSIMA

Dunque “Dolceroma”, la commedia grottesca che piace a molti critici yé-yé (per nulla al sottoscritto, che invece è solo agé), ha incassato nel primo week-end di programmazione, cioè in quattro giorni, appena 157 mila euro, sia pure essendo uscita con 285 copie, mica bruscolini, targata 01-Distribution, cioè Raicinema. La sua posizione? Decima in classifica. Risulta evidente che, nonostante le esplosive interviste rilasciate dal produttore e interprete principale Luca Barbareschi per promuovere il film diretto dal fantasioso protegé Fabio Resinaro, ci si bruci facilmente nell’impresa di raccontare il cinema nel cinema. Non bastava “Notti magiche” di Paolo Virzì? A quanto pare no. Di sicuro Barbareschi, uomo certo scaltro e intelligente, ancorché artista e imprenditore sempre lesto a fare l’anarcoide irregolare con regolari sovvenzioni pubbliche, insomma il profeta del “politicamente scorretto” a corrente alternata, continua a non richiamare pubblico in sala quando si mette in testa di fare il protagonista assoluto di un film da lui prodotto. Poi, certo, il problema riguarda tutto il cinema italiano: gli incassi languono, magari nell’attesa salvifica di Paola Cortellesi con “Ma cosa ci dice il cervello”.