RABBIA DELLE PERIFERIE CONTRO I ROM? NO, UN COPIONE PRECISO DI SQUADRE FASCISTE

RABBIA DELLE PERIFERIE CONTRO I ROM? NO, UN COPIONE PRECISO DI SQUADRE FASCISTE

Quello che sta accadendo nel nostro Paese ha passato ogni limite. E non è più raccontabile con la rabbia delle periferie, delle persone disagiate e della mancanza di servizi. C’è un copione preciso, che riguarda squadre fasciste che operano in maniera organizzata con il supporto di alcuni, pochi, residenti che non capiscono che stanno facendo il gioco dei carnefici, non delle vittime. E quel copione preciso è stato tollerato da chi oggi governa, con parole fuori logo e discriminazioni che pensavamo di aver riposto nei libri di storia. Chi ha ancora a cuore questo Paese, si schieri. Perché siamo oltre ogni limite di decenza, di legalità e di umanità. Prima “vanno chiusi i campi rom” e si sperticano a dire che “ogni cittadino deve essere trattato come gli altri, vivendo in case e mandando i bambini a scuola”. Poi quando una famiglia rom si mette in lista per una casa popolare al pari di ogni cittadino che vive e risiede in Italia, e la ottiene, arrivano a fomentare odio i professionisti dell’odio, quelli che vivono in un palazzo dorato del centro di Roma a spese di quelli che vivono per strada. Sono organizzati per fomentare odio, a farci campagna elettorale, ad unirsi a quei pochi razzisti che urlano e gridano. Il tutto con il beneplacito del Ministro dell’Inferno. E finisce che vincono loro. Che governo e Campidoglio se ne lavano le mani, anziché far intervenire le forze dell’ordine. Uno sbaglio immane. Perché un diritto tolto a qualcuno oggi, verrà tolto a qualcun altro domani. E chi sarà quel qualcuno lo decideranno loro, quelli che urlano, quelli che hanno la testa rasata e il braccio teso, sempre maschi, professionisti di violenze a danno di rom, migranti, ma anche di gay, di ragazzini o di donne ree di essere – o di sembrare, per una maglietta, i rasta o un orecchino – di sinistra. Il fatto che quella famiglia non potrà accedere alla casa per cui hanno diritto, è una sconfitta dello Stato. Ho imparato dalla mia famiglia, che lottava con le unghie e con i denti per arrivare a fine mese, che i problemi li deve risolvere chi ci governa, che i responsabili di una comunità e delle sue mancanze sono nelle istituzioni, non in un gruppo di persone che si vuole colpevoli di essere ciò che sono e non per ciò che fanno o non fanno. I responsabili sono i potenti che banchettano a champagne mentre i poveri si litigano le loro briciole, non i rom. I responsabili della mancata integrazione, del fatto che ci sono decine di migliaia di immobili pubblici inutilizzati mentre troppi dormono per strada, sono di chi ha la possibilità di cambiare le cose, non dei rom. I nazisti dicevano: “ gli ebrei vivono in case da ricchi, i tedeschi nelle cantine”. La barbarie arriva con i pregiudizi. Ieri erano gli ebrei, oggi sono rom, migranti, gay, persino le donne che vogliono parità e diritti. Quello che sta accadendo nel nostro Paese ha passato ogni limite. E non è più raccontabile con la rabbia delle periferie, delle persone disagiate e della mancanza di servizi. C’è un copione preciso, che riguarda squadre fasciste che operano in maniera organizzata con il supporto di alcuni, pochi, residenti che non capiscono che stanno facendo il gioco dei carnefici, non delle vittime. E quel copione preciso è stato tollerato da chi oggi governa, con parole fuori logo e discriminazioni che pensavamo di aver riposto nei libri di storia. Chi ha ancora a cuore questo Paese, si schieri. Perché siamo oltre ogni limite di decenza, di legalità e di umanità.