LEGGE ELETTORALE: SI CORRE, POCO CONVINTI, VERSO IL VOTO

LEGGE ELETTORALE: SI CORRE, POCO CONVINTI, VERSO IL VOTO

Basta un accenno ed ecco che tutti escono dalle nebbie per ricominciare a parlare del confronto sulla legge elettorale. Anche perché il 2018 si avvicina inesorabile. E la sensazione generale pare proprio che ormai a metà settembre, si stia correndo “poco convinti” verso il voto. Un sentimento sicuramente che verrà smentito dai fatti ma che oggi sembra vincere sulle singole certezze. Adesso sembrerebbe prevalere un modello proporzionale simile a quello tedesco che l’Aula ha rinviato in Commissione dopo il voto segreto in Aula che proprio l’8 giugno fece saltare in Aula l’intesa a quattro Pd-Fi-M5s-Lega. Il passo iniziale e’ toccato, in queste ore, alla Commissione Affari Costituzionali ma l’esito di un primo incontro, alla riapertura dei lavori, e’ stato di aver partorito un rinvio. Per carità si parla dei primi giorni della settimana, di martedì 12, ma appare evidente che siamo all’inizio ed intanto occorre rendersi conto che c’è’ da mettere mano all’iter sui tempi di quella che sarà la nuova legge. elettorale. Quando ci erano lasciati le posizioni si erano scompaginate e nel frattempo il solleone ha di sicuro contribuito ad accrescere le tensioni. E’ stato il partito di maggioranza ad assumersi l’onere di questo primo, nuovo, rinvio. Lo ha fatto per bocca del capogruppo in Commissione, Emanuele Fiano che ha chiesto una riunione dei vertici del gruppo al fine di analizzare e prendere visione delle mutate condizioni che privilegerebbero un sistema indirizzato sul proporzionale alla tedesca.L’ipotesi che circola lascerebbe intendere di un abbandono dei cinquestelle a se stessi. Allo stesso tempo, questa condizione, aprirebbe nuovi orizzonti permettendo di far condividere la decisione, oltre al Pd anche SI, MDP e gli alfaniani di AP.. A questo gruppo si aggiungerebbero gli uomini di Verdini, sicuramente incaricati di fare da pontieri verso quanti avevano scelto il maggioritario. Dopo l’incontro nuovo previsto per mercoledì 13 settembre, quando andrebbe a riunirsi la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che dovendo decidere per il calendario dei lavori dell’Aula non si escluderebbe una tempistica predisposta già allo slittamento dell’arrivo in Aula della legge elettorale. Una data inizialmente prevista entro la fine del mese di settembre. Ma fra i partiti non è tutto così scontato. C’è Fi che sollecita a ripartire dal “Fianum”, cioè il proporzionale su cui si era trovata una intesa, la Lega pur dando la disponibilità a ripartire dal proporzionale, ha detto di preferire il maggioritario, rilanciando così il Mattarellum. Per i Cinquestelle, con Danilo Toninelli ci si è detti disponibile ad approvale una nuova legge, ma i grillini vogliono che prima avvenga l’approvazione della legge sui vitalizi. Una condizione irrinunciabile per i grillini. Ma anche una condizione definita «assurda» dal capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto. Per il Pd, Emanuele Fiano, il capogruppo dem in commissione Emanuele Fiano ha ribadito la necessità di non escludere nessuno dei quattro partiti che a giugno raggiunsero l’intesa, dunque oltre al Pd anche il M5s, Fi, Lega. In più Fiano ha sottolineato nei giorni scorsi l’esigenza di «allargare» l’accordo, dato che è ripreso il dialogo con Ap anche su altri temi, vedi le candidature per il voto in Sicilia e ius soli. Una esigenza che cozza con quello che fu il motivo di rottura che lo scorso giugno avvenne tra Pd e Ap. In quella occasione fu sulla soglia di sbarramento al 5% del “Fianum”, vera bestia nera per il partito di Alfano, che comprensibilmente preferirebbe l’attuale sistema, cioè l’Italicum modificato dalla Consulta, con sbarramento al più abbordabile 3%. Dalla parte del ministro degli Esteri ci sarebbe la blindatura ottenuta con l’accordo per il voto in Sicilia che consentirebbe un vero e proprio congelamento delle leggi elettorali esistenti: alla Camera premio alla lista che supera il 40%, capilista bloccati e soglia di sbarramento del 3%. Al Senato proporzionale puro, senza premio di maggioranza e soglia su base regionale per accedere alla ripartizione dei seggi dell’8% per le liste non coalizzate e del 3% per le liste coalizzate, a patto che la coalizione superi il 20%.. Un sistema quest’ultimo che darebbe agli alfaniani la possibilità di portare a palazzo Madama una buona pattuglia di senatori. Qualche problema della Lega che fatica a trovare una propria identità ed a esportarla a tutto il centro destra. Lo sa bene Salvini che ha ha voluto ricordare: “Forza Italia dimostri che il centrodestra e’ compatto sostenendo una legge chiara e maggioritaria, che aiuti le coalizioni. La Lega e’ disponibile a far parte di una coalizione per vincere le elezioni”.