DI BESTIE FEROCI E TENERE GAZZELLE
Circola in rete da tempo il tenero video di una leonessa che ha adottato un piccolo di gazzella. Si vede la leonessa che coccola l’animaletto con delicate zampate e che addirittura ruggisce contro le altre leonesse che vorrebbero mangiarselo. Il documentarista non ci mostra l’epilogo della storia, ma possiamo avere l’intima certezza che quel piccolo impala all’età adulta non ci è mai arrivato. E’ un po’ la metafora dell’innaturale rapporto tra la bestia feroce che conosciamo con il nome di Lega e quel tenero, barcollante ed inesperto animaletto che è il M5S.Per dieci mesi Salvini ha coccolato il piccolo Di Maio, gli ha impedito di allontanarsi con delicate zampate e ha ruggito contro gli altri partiti, ma l’istinto materno non c’entra affatto. Come la leonessa ha usato l’animaletto per affermare la propria supremazia sulle altre leonesse, così Salvini ha usato Di Maio per perseguire i propri scopi.Un giocherello per ingrossare a dismisura il proprio elettorato, ma ancor più per continuare a fare nell’ombra ciò che ha sempre fatto meglio: i propri torbidi affari. Le prime cronache giudiziarie in salsa leghista ci riportano ai tempi di Tangentopoli, ai primi 200 milioni di lire che Bossi incassò sottobanco dall’allora AD di Montedison Carlo Sama.A seguire la bancarotta fraudolenta del tesoriere Balocchi che inanella un immaginario villaggio turistico in Croazia e subito dopo un tentativo fallito di inserirsi nel gioco d’azzardo on-line.Qualche anno di relativa pace ed ecco spuntare il tesoriere Belsito, con i suoi movimenti offshore e gli investimenti in Tanzania in un vortice di milioni di Euro, di dollari australiani e persino di corone norvegesi, per non parlare degli 11 diamanti e dei 10 lingotti d’oro trovati nel bagagliaio di un’auto consegnata direttamente alla sede della Lega in via Bellerio a Milano.Più o meno nello stesso periodo spunta anche la cartellina intitolata “The Family” che contiene la lista delle spese della famiglia Bossi, diecimila euro per l’operazione al naso di Bossi Sirio, le multe di Bossi Renzo, l’ammodernamento di casa Bossi a Gemonio, la laurea albanese di Bossi neonominato Trota.Tralasciamo le minutaglie e arriviamo alla cronaca di questi giorni che vede il sottosegretario di Toninelli nonchè pregiudicato (20 mesi patteggiati per bancarotta fraudolenta) Armando Siri coinvolto nell’energia eolica, attraverso tale Arata socio di tale Nicastri a sua volta coinvolto in un sequestro da oltre un miliardo di Euro in relazione ai suoi rapporti con il ricercato numero uno della mafia italiana, nientepopodimenochè Matteo Messina Denaro. Rendiamocene conto, quei famosi 49 milioni truffati ai contribuenti italiani che verranno restituiti in comode rate“ottantennali”sembrano essere la cosa più onesta che la Lega abbia mai fatto, con buona pace del tenero e mai cresciuto impala Di Maio.
