CAOS CALMO IN CDM: TRA LO SBLOCCA ROMA E LE DIMISSIONI DI SIRI

CAOS CALMO IN CDM: TRA LO SBLOCCA ROMA E LE DIMISSIONI DI SIRI

C’è un caos calmo che regna incontrastato nelle fila di quanti hanno in mano le sorti del Paese. Una deriva incontrollata ed incontrollabile che non viene però minimamente percepita perché se lo fosse ci sarebbe da rimpiangere le manifestazioni dei gilet gialli che devastano le città della Francia. Si perché di fronte ad una situazione al limite dell’esplosivo i sondaggi continuano ad evidenziare una sostanziale tenuta della compagine governativa. Una “calma” surreale, del tutto sbilanciata verso la Lega che assegna al governo ancora ben oltre il cinquanta per cento dei consensi segno evidente che nel Paese niente e nessuno sembra minare la fiducia nell’uomo del momento. Ma la popolarità sapientemente alimentate poggiano su piedi che sono d’argilla. L’evidenza ultima arriva dal Consiglio dei Ministri che pare il concentrato della peggiore politica italiana, dove tutto sfugge a tutti e dopo pochi minuti tutto pare ricomparire. Dunque rincorrere commenti e notizie è una operazione impossibile. L’esempio lampante sono le discussioni sulle norme Salva Roma su cui la Lega chiede lo stralcio dal decreto crescita mentre Luigi di Maio snobba il Consiglio dei ministri convocato per approvare definitivamente il dl, dice no allo stralcio e attacca a testa bassa su Armando Siri che viene difeso a spada tratta dal ministro degli Interni. E subito dopo ecco Matteo Salvini che “ricambia” l’alleato di governo annunciando lo stralcio delle misure sulla Capitale. Impossibile comprendere. Impossibile fare la foto. L’istantanea risulta sempre mossa mentre a Palazzo Chigi si discute del decreto crescita che si avvolge sulla norma del Salva Roma. Lo scontro frontale tra i due vicepremier e i due partiti della maggioranza che poteva sembrare il gioco delle parti adesso pare sull’attimo prima dello sfuggir di mano. C’è chi lo interpreta come l’anticamera ad una crisi inevitabile, e chi invece lo interpreta come un diversivo di fronte alla difficoltà di affrontare in campagna elettorale problemi delicati, come la frenata dell’economia o la guerra in Libia oppure verso un vero contrasto alla mafia. Matteo Salvini è arrivato poco dopo le 19 a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri sul decreto Crescita. Alla riunione ci sono tutti i ministri della Lega ma sono diverse le assenze tra i 5 Stelle. Presenti il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, la ministra della Difesa Elisabetta Trenta e la ministra per il Sud Barbara Lezzi. Luigi Di Maio, che ha preso parte alla trasmissione ‘Di Martedì’ in onda su La7, è giunto verso le 21 a Palazzo Chigi. “Il Cdm è stato spostato avanti di un’ora. Non c’è nessuna ripicca e non ci facciamo dispetti. Il lavoro che facciamo ogni giorno è quello che cerchiamo di portare avanti per migliorare la qualità della vita degli italiani: finisco qui e li raggiungo, in ogni caso la relatrice è la ministra Lezzi”. Così il ministro Luigi Di Maio ha risposto a Giovanni Floris durante la trasmissione Di Martedì alle possibili polemiche sul fatto di essere in televisione durante il Consiglio dei Ministri. “Ci sono altri sottosegretari e viceministri leghisti indagati, ma qui stiamo parlando di un caso di membro del governo coinvolto in un’indagine per corruzione che parla di mazzette e in odore di mafia. Quando si parla di queste cose qui, il M5s ha dovere ricordare che se vuoi essere il Governo del cambiamento, Armando Siri che sicuramente sarà giudicato innocente, mentre si difende deve stare vuole stare lontano dalle istituzioni del Governo”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a ‘Di Martedì’ in onda stasera su La7. “Questo è un caso in cui è necessario dare un segnale politico ed etico agli agli italiani. Glielo auguro di essere giudicato innocente, ma finché non è questo si metta in panchina”, ha aggiunto. E Di Maio, durante la trasmissione, ha puntualizzato di nuovo una dura critica verso il sottosegretario Siri sostanzialmente rinnovando a Salvini l’invito di togliere dal governo ogni possibile dubbio o accostamento da pericolose comunanze con le mafie. È arrivato perfino a citare il rischio di pericolose vicinanze al grande boss Matteo Messina Denaro. Sostanzialmente Di Maio, senza mezze parole, ha posto le necessità di mettere Siri fuori dal governo del cambiamento. Del tutto opposta la visione di Salvini che difende a spada tratta il suo uomo: “Nessuna crisi di governo, l’Italia ha bisogno di un governo per 4 anni”, sottolinea Salvini. “Il mio rapporto è con il M5S è buono, non ho tempo e voglia per litigare con nessuno”, aggiunge.“Sì”. Replica così il Salvini a chi gli chiede se il sottosegretario Armando Siri resterà al suo posto. E a chi gli chiede se ha parlato del caso con il titolare del Mit Danilo Toninelli, Salvini replica: “Toninelli non c’è”. “Quando si parla di crescita è importante esserci”. Lo stralcio del “salva Roma” dal decreto “l’ho concordato con chi c’era”. Lo afferma il vicepremier Salvini parlando con i cronisti e facendo riferimento alle numerose assenze registrate tra i membri del governo M5S in Consiglio dei ministri. Nel decreto crescita è stata inserita la norma che permette la partenza del fondo di indennizzo per i rimborsi dei risparmiatori coinvolti nei crack bancari. Lo ha annunciato il vicepremier, Matteo Salvini, parlando davanti a Palazzo Chigi. “So che sono in corso altre interlocuzioni a Roma e a Bruxelles” per allargare ulteriormente la platea, ma c’é “urgenza di rimborsare da subito” chi è più in difficoltà, ha aggiunto. Ma fonti di governo del M5s smentiscono.”Non è stato discusso il decreto crescita” in Cdm, “dunque non si è potuto stralciare nulla, meno che meno il salva Roma”. .L’impressione dunque è che il gioco dello scontro tra Di Maio e Salvini sia sfuggito di mano, “sicuramente è un’impressione sbagliata”. Passi lo pensino o lo scrivano i commentatori ben diverso quando lo si ascolta dal vicepremier Luigi Di Maio “Io sono convinto di quello che stiamo facendo e quando si tratta di fare i fatti, si portano avanti provvedimenti importanti”, ha detto Di Maio, che ha aggiunto: “Però non nego che c’è una forte discussione nel Governo, anche tra noi e la Lega, perché il tema del caso Siri non è un tema qualunque”. Un caos che ci si affretta a far sembrare calmo ma che in realtà sta devastando l’intero Paese che guarda ed ascolto immobile, incapace di reagire.