IL CONTRATTO CON GLI ITALIANI. NON RISPETTATO.

IL CONTRATTO CON GLI ITALIANI. NON RISPETTATO.

Italia. Paese di pizza, spaghetti e mafia, diceva una vecchia copertina degli anni ’80 del periodico tedesco “Der Spiegel”. Ma siamo anche il paese della bontà e del buon cuore; un paese buono e generoso, che non aspetta altro che perdonare tutto e tutti. C’è gente che per lanciarsi nella politica va in televisione: e lo fa con un vero colpo di avanspettacolo, presentandosi agli elettori firmando un contratto “se non dovessi mantenere il mio impegno, mi ritirerò”: era l’ 8 maggio 2001, e non era una puntata del David Letterman’s Show alla televisione americana bensì l’ italica, “Porta a Porta” di Bruno Vespa, cinque giorni appena prima delle elezioni. E tutti stupiti, a cercare questo contratto (a quei tempi internet era molto meno capillare e diffusa che al giorno d’ oggi) che merita di essere ricordato, riportando il testo integrale: tra Silvio Berlusconi nato a Milano il 29 settembre 1936 leader di Forza Italia e della Casa delle Libertà, che agisce in accordo con tutti gli alleati della coalizione, e i cittadini italiani si conviene e si stipula quanto segue. Silvio Berlusconi, nel caso di una vittoria elettorale della Casa delle Libertà, si impegna, in qualità di Presidente del Consiglio, a realizzare nei cinque anni i seguenti obiettivi: 1.Abbattimento della pressione fiscale: con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui; con la riduzione al 23% per i redditi fino a 200 milioni di lire annui; con la riduzione al 33% per i redditi sopra i 200 milioni di lire annui; con l’abolizione della tassa di successione e della tassa sulle donazioni. 2.Attuazione del “Piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini” che prevede tra l’altro l’introduzione dell’istituto del “poliziotto o carabiniere o vigile di quartiere” nelle città, con un risultato di una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali 3 milioni. 3.Innalzamento delle pensioni minime ad almeno 1 milione di lire al mese. 4.Dimezzamento dell’attuale tasso di disoccupazione con la creazione di almeno 1 milione e mezzo di posti di lavoro. 5.Apertura dei cantieri per almeno il 40% degli investimenti previsti dal “Piano decennale per le Grandi Opere” considerate di emergenza e comprendente strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche, e opere idro-geologiche per la difesa dalle alluvioni. Nel caso che al termine di questi 5 anni di governo almeno 4 su 5 di questi traguardi non fossero stati raggiunti, Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni politiche. Il contratto sarà reso valido e operativo il 13 maggio 2001 con il voto degli elettori italiani” Un qualcosa  che avrebbe condotto al linciaggio in piazza in altri paesi meno spiritosi del nostro: in Germania politici di grosso calibro come Helmut Kohl, ex cancelliere e leader della CDU, uno dei partiti che vanno per la maggiore, si è dovuto dimettere e ritirarsi dalla politica per avere incassato contributi elettorali (volontari da privati, non tangenti) per conto del partito (e non per se stesso) regolarmente contabilizzati, mentre nel paese esiste una legge specifica che disciplina cosa un partito può incassare come contributo, e chi sbaglia, anche in buona fede, paga. Sempre. E in paesi dove il Ministro della Difesa (Karl Theodor zu Guttenberg) si dimette per la vergogna di essere stato sbugiardato, per aver copiato parte della tesi per il conseguimento del dottorato “senza avere citato le fonti”, cioè solo per un problema di diritti e di meriti e non di contenuto, per una laurea conseguita comunque correttamente dopo proficuo percorso di studi. Ma noi italiani ne siamo deliziati e gongolanti, tanto che alle elezioni di cinque giorni dopo il suo partito di allora, Forza Italia, stravince con il 29,43% dei voti, che aggiunto al 12,02% di Alleanza Nazionale e ai vari premi di maggioranza porta il nostro protagonista alla maggioranza assoluta al Senato e alla Camera dei Deputati. Il tempo passa: all’ estero siamo la delizia dei diplomatici stranieri, sempre deliziati dai nostri siparietti burlesque, in cui chiama “kapo nazista” all’ europarlamentare tedesco di sinistra Martin Schulz, presidente del gruppo dei socialisti e democratici europei; chiama “moretto bello, giovane ed abbronzato” il neo presidente statunitense Barak Obama e “culona inchiavabile” il cancelliere tedesco Angela Merkel, sempre nell’ imbarazzo dei diplomatici italiani ma nella sfrenata allegoria di quelli stranieri. Il tempo passa: leggi, poche quelle ad interesse del cittadino, molte quelle che smantellano lo stato sociale e il mondo del lavoro, ancora di più quelle che, a detta sua, dovrebbero salvare la democrazia dalle “toghe rosse” dalla magistratura politicizzata e comunista: sempre quelle, che già dal 1994, dopo aver indagato sui politici di tangentopoli iniziano ad indagare sui rapporti economici con i loro amici, tra cui un nuovo e rampante imprenditore televisivo. Intanto, l’ Italia sta sprofondando nella più grossa crisi dai tempi del dopoguerra, senza che il nostro protagonista se ne interessi, in alcuna maniera; anzi, molti suoi provvedimenti di legge, soprattutto quelli che hanno demolito il lavoro giovanile creando una intera generazione di disoccupati, sono stati forte incentivo alla stagnazione dell’ economia e alla recessione. Un comune normale cittadino che venisse colto ad avere rapporti di tipo sessuale a titolo oneroso (per soldi), non necessariamente di tipo completo, ma anche solo non attivo, “da guardone”, con una minorenne non in possesso di regolare permesso di soggiorno rischierebbe una sfilza di imputazioni da ergastolo. Ma il nostro protagonista, quando i giochi si fanno duri, fa telefonare pure in questura a Milano, pregando di rilasciare una “sua” ragazza perché nipote di Mubarak: se l’ avessimo fatto noi comuni mortali nessuno ci avrebbe salvato dal carcere. Se noi comuni mortali andassimo a prostitute, ci toccherebbe l’ accertamento da parte delle autorità di polizia giudiziaria e in parecchi comuni italiani maxi multa stabilita da ordinanza comunale e in quelli più cattivi anche il sequestro dell’ autovettura. Ovviamente, solo per noi comuni mortali, perché se non intralciassimo strade con le macchine ma più comodamente affittassimo un residence in Via Olgettina 65 a Milano cui alloggiare le nostre ragazze compiacenti, la polizia municipale sarebbe faceta e serena non avendo strade bloccate e traffico intralciato; o forse no, perché per noi comuni mortali sarebbe comunque favoreggiamento della prostituzione. Che ai politici andassero mantenuti i costosi privilegi, è storia vecchia, mentre che un politico facesse pagare all’ italico contribuente i propri pruriti è cosa che non aveva precedenti nella storia della nostra politica, essendo cosa degna solo del “Dittatore dello stato libero di Bananas”, film di Woody Allen del 1971. Mi ricordo anni in cui i lavoratori della CGIL, invitati dall’ ormai estinto Partito Comunista Italiano, scendevano in piazza contro ogni legge ritenute ingiusta, anche se talvolta inevitabile, mentre oggi, in cui la politica è divenuta una specie di casa del Grande Fratello mantenuta dagli elettori, nessuno che se ne lamenti. In questa Italia che, come diceva Indro Montanelli, è la peggiore mai vista e in cui il nostro protagonista non ha mai avuto rivali, avendo sempre avuto i numeri per legiferare senza dover trattare con nessuno e con una opposizione inesistente quando non compiacente, cede lo scettro a novembre 2011 non a seguito di sconfitta, ma perché ormai incapace di gestire la crisi in cui versa il paese, ormai divenuta tragica; abbandona una nave che sta affondando incagliata negli scogli della recessione, come fece anche un altro recente eroe della storia italiana. Ma poco male: cede lo scettro ad una persona che prosegue perfettamente sulla scia del mantenimento dei diritti dei privilegiati: a qualsiasi costo e senza pietà, anche a danno dell’ italiano ormai ridotto in povertà dalla recessione. Lo farà poi cadere non per dissidi tecnici sulle leggi approvate, ma solo perché questo nuovo protagonista, spietato e conservatore rischia di rubargli la scena piacendo molto a tutti i conservatori e alla destra non stipendiata da Mediaset o non sostenuta dalle sue fidejussioni, come quella che, in data 28 giugno 2000 a richiesta e garanzia firmata da Giovanni Dell’Elce, allora responsabile amministrativo di Forza Italia che su carta intestata del partito provvide a garantire per un finanziamento da due miliardi di lire di allora a favore della nascente Lega Nord che stava diventando partito presso la Banca di Roma, come documentato da un articolo del 28/7/2000 su “La Repubblica”, a firma Mario Calabresi). Ritirata strategica, perché destinato a rientrare, a non rientrare, a mandare il suo partito alle primarie per la scelta del premier oppure no. E invece torna:  riesce a tenere a bada cattivi nemici storici come Michele Santoro, Marco Travaglio e Vauro in una puntata storica di “Servizio Pubblico” che passerà alla storia della tattica militare come una vittoria schiacciante ottenuta in un terreno nemico in minoranza numerica, roba che neanche il generale cinese Sun-Tzu autore de “L’ arte della guerra”, patrimonio e testo di studio nelle accademie militari, avrebbe potuto immaginare. Fidanzata nuova, sorrisi, promesse. Anche di rimborsarci l’ IMU, tassa crudele e iniqua, dimenticandosi che tale provvedimento è stato adottato con la legge nr. 201 del 6 dicembre 2011, ovvero discussa in Parlamento e messa in approvazione  quando ancora era lui il Presidente del Consiglio. E di cui, con una lettera-burla agli italiani, promette la restituzione per l’ anno 2012, formalizzando per iscritto reati di millantato credito, pubblicità ingannevole finalizzata all’ ottenimento di voti elettorali e altro, tutte cose che manderebbero il sottoscritto (e qualsiasi altro italiano) all’ ergastolo, riuscendo nell’ impossibile, ovvero a commettere broglio elettorale ancor prima dell’ apertura delle urne. Compra Mario Balotelli, facendo tornare in Italia, quasi fosse un figliol prodigo, l’ attaccante più desiderato degli italiani, a prezzo basso, pagamento rateale e supervalutazione dell’ usato, cosa che lo fa ritornare subito in auge nei sondaggi sulla popolarità dei politici anche se il nostro centravanti, che segna in tutte le partite finora, qualche volta lo fa con rigori benevoli concessi da arbitri affettuosi.E che avendo sconfitto in Champions League il leggendario Barcellona, ossatura della nazionale di calcio campione d’ Europa e del mondo, potrà pure ergersi a paladino dell’ Italia che vince e che riscuote successi all’ estero. E così il gioco è fatto, in quella che è stata la campagna elettorale più velenosa della storia, dove si è screditato (ingiustamente) Antonio di Pietro tacciandolo di essere un latifondista, si è voluto sbugiardare Oscar Giannino per le sue lauree e il suo master (almeno lui non le ha comperate presso atenei compiacenti in Svizzera o Albania con i soldi dei rimborsi elettorali) e dove il PD si è bruciato con la sua poca chiarezza sul programma di governo, cercando più il compiacimento di Mario Monti e Pierferdinando Casini nel caso di vittoria elettorale risicata che una propria identità politica democratica e progressista. Dove un Movimento Cinque Stelle si è dimostrato un partito di identità confusa e di programmi ancor meno chiari, in cui solo il proprio leader Beppe Grillo (e i sui ghost writer dell’ Agenzia Pubblicitaria Casaleggio e Associati) hanno diritto di idee e di parola e in cui, nei confronti dell’ unica identità politica coerente, innovativa, di idee chiare e con tutti candidati incensurati (Rivoluzione Civile) si è operato un black out nelle tribune e nei programmi a tema politico-elettorale, cui sono stati destinati spazi risibili inferiori a tutti gli altri partiti. E quindi noi che abbiamo voluto credere al tuo “contratto con gli italiani”, smentendo e aggredendo verbalmente chi ha riso di te, che malgrado non ne sia stato mantenuto  nulla (nemmeno i 4/5 da te garantiti come soglia per rimanere in politica) non ti abbiamo fatto mancare il voto alle elezioni successive, che non siamo scesi in piazza con i forconi indignati dalle serate  ad Arcore (quando molti di noi sono sprofondati sotto la soglia di povertà a seguito della crisi), che non ci indigniamo a vederti con fidanzate che, per età, potrebbero essere nostre figlie, che aspettavamo solo una qualche vittoria del Milan per battere le mani ed esultare felici; e ridarti il voto. E anche se non vincerai le elezioni, la tua soglia di voti  renderà impossibile a qualsiasi altro partito (PD) avere una maggioranza con cui poter governare in maniera durevole, senza cercare voti in partiti e schieramenti troppo distanti e disomogenei, cadendo come ha fatto il penultimo governo greco che è stato sciolto poco dopo le elezioni non avendo alcun partito con una significativa maggioranza politica per poter governare: e quindi, anche non vincendo, resterai comunque lo scomodo ago della bilancia della politica italiana. Per inciso, non tifo Milan, non lo voterò (nè mai l’ ho fatto) e nemmeno mi sono sentito l’ italiano chiamato in causa dal contratto del 2001, ma prendo atto della volontà e dell’ affetto degli italiani verso certi leader: il primo ventennio della storia si è chiuso solo grazie allo sbarco alleato in Sicilia, quando la guerra e i nazisti in Italia avevano reso Benito Mussolini un personaggio scomodo e pericoloso per tutte le potenze in guerra. Ma ora che non siamo in guerra, non ci sono i nazisti e gli americani non sbarcheranno per salvarci, perché concludere in maniera così ingloriosa il secondo ventennio tragico della storia dell’ Italia?