ADRIANA COLACICCO DI EUROPA VERDE: PIU’ DIRITTI CIVILI, MENO AUSTERITA’

ADRIANA COLACICCO DI EUROPA VERDE: PIU’ DIRITTI CIVILI, MENO AUSTERITA’

La politica è la protagonista indiscussa in queste giornate che precedono le elezioni europee. Si moltiplicano le occasioni per coinvolgere la popolazione sulle tematiche da discutere nel nuovo Parlamento. C’è anche la società civile pronta a proporre alcune soluzioni ai problemi quotidiani (immigrazione, economia, geopolitica, cultura, sanità). Adriana Colacicco, cofondatrice del “Progetto di Vita” e candidata con Europa Verde, intende mettere a disposizione la sua esperienza lavorativa maturata nell’ambito dell’immigrazione, della formazione professionale, dell’insegnamento, della certificazione linguistica, della progettazione e del coordinamento. «Sono sempre stata attiva – racconta Adriana Colacicco – nelle battaglie per i diritti umani e per i diritti dei lavoratori, interessandomi di amianto, di inquinamento, di diritti alla salute. È importante salvaguardare la nostra storia, i nostri valori civili e democratici, perché dobbiamo pensare ad un’Italia e ad un’Europa che cooperino per il bene comune, al fine di insegnare a pensare e ad agire in unione». Adriana, quali argomenti sono da discutere con urgenza nel nuovo Parlamento europeo? ‘Nel nuovo Parlamento europeo è necessario discutere e approvare politiche a favore della crescita, dello sviluppo, degli investimenti; occorre combattere le politiche di austerità. È importante avvicinare l’Europa ai cittadini perché soltanto in questo modo, ognuno di noi sentirà il dovere di lavorare ogni giorno con umiltà, legalità ed equità, come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che garantisce diritti, doveri e uguaglianza. Così l’Unione europea non sarà più una mera e semplice unione economica, ma una casa di tutti di cui prendersene cura. Solo in questo modo l’Europa diventerà unita, solida e sicura per i cittadini europei. Il mio impegno in Europa sarà volto a garantire: sicurezza come lotta alla criminalità; lavoro perché fonte di vita; salute perché necessaria; lotta all’amianto e a tutti gli inquinanti come responsabilità umana, ambientale e climatica; ecologia e tutela dell’ambiente come occasione di rinascita; istruzione perché fondamentale; accoglienza e integrazione come dovere morale; femminismo perché essenziale e doveroso; parità di diritti e accettazione delle differenze perché indispensabile. Oggi la vera sfida, al di là delle appartenenze ideologiche, è di continuare a credere nella funzione della cultura, dell’economia, dei diritti sociali e di garantire la libertà dell’Ue, al fine di proteggerla da coloro che vogliono dividerla’. L’Europa quale momento storico sta vivendo? ‘Oggi l’Europa vive un momento storico drammatico. Non è bastata la lezione della storia; non sono bastate le decine di milioni di morti che i nazionalismi e i fascismi hanno portato al mondo, siamo tornati allo squadrismo e alle intimidazioni. La responsabilità è dei leader politici incapaci di governare e di difendere la democrazia, così difficilmente conquistata. Tutto ciò mette in pericolo il modello europeo. Per questo motivo serve una politica forte e autorevole, per favorire un ruolo efficace a livello internazionale assicurando stabilità, cooperazione, sviluppo, sostenibilità ambientale, tecnologica e industriale, senza tralasciare di rinnovare e rendere equo il welfare’. L’immigrazione è una tematica da affrontare in sede europea. Quale soluzione suggerisce? ‘L’accoglienza e l’integrazione sono un dovere morale. Il “Progetto di Vita” nasce dall’esigenza di superare i luoghi comuni sull’immigrazione. E non vuole essere un semplice progetto gestionale, bensì una nuova, semplice, diretta e comprensibile via di affrontare il naturale fenomeno migratorio. Un fenomeno che è sempre esistito, in ogni epoca, e che sempre esisterà. La semplice riorganizzazione del sistema di accoglienza è un’opportunità per l’Italia, per gli italiani e per tutta la comunità di lavoratori volenterosi, trasparenti nelle intenzioni e desiderosi di creare qualcosa di unico e finalmente rispettoso delle esigenze di tutti. Il primo passo attuativo del progetto riguarda l’estromissione delle cooperative dalla gestione dei centri di accoglienza che saranno gestiti direttamente dallo Stato Italiano. L’esclusione delle cooperative e non dei dipendenti, che verranno adeguatamente formati, garantirà una stabilità lavorativa ed economica. Parliamo di un piano unico a livello nazionale (ed internazionale) con l’obiettivo primario di un contrasto efficace e vigoroso alla disoccupazione, vera piaga di questi anni e spada di Damocle per le nuove generazioni. L’Italia assumerebbe, per conto dell’Europa e in accordo con essa, il ruolo di coordinamento nella gestione, nella formazione, nell’integrazione, nell’inserimento lavorativo e nello sviluppo della migrazione circolare, favorendo la ripresa economica non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa’. Le diverse confessioni religiose in che modo potrebbero essere integrate? È la soluzione migliore? ‘Per me sì. Le religioni uniscono circa l’80% dell’umanità dai cristiani agli islamici, dagli ebrei ai buddhisti per citarne qualcuna e non dobbiamo dimenticare anche le religioni minori che sono molto importanti come gli indigeni che custodiscono i polmoni verdi della nostra Madre Terra. Le religioni, le persone, i giovani possono contribuire a salvare il pianeta costruendo pace, istruzione e sviluppo con politiche adeguate’. L’economia è sempre al centro di ogni discussione europea. Come trovare il modo per lasciare tempo e risorse alle questioni sociali? ‘L’Ue ha bisogno di politiche di unione e di controllo fiscale. La vita dell’Europa in campo economico e sociale dipenderà da come gli Stati membri affronteranno le tematiche più importanti come la sicurezza, il lavoro, le migrazioni, la sanità’.