MALATI DI PLASTICA

Ci raccontano di tutto fuor di quello ch’è il vero male.Di quello che sono i veri mali. E noi cadiamo di continuo nelle trappole. Siamo malati, lo sappiano. E gli altri non è per pietà che ci nascondono la verità. Ci adagiamo per poi stupirci prima degli altri e solo dopo di noi stessi. Proseguiamo in quel peccato che primo fra tutto è l’egoismo. Culliamo nella speranza che tutto possa aggiustarsi.E fra le colpe più gravi delle nostre coscienze ci sono le distrazioni verso il Creato.Le colpe grandi e piccole che ci fanno distruggere ogni giorno di più nostra Madre Terra.Provano a ricordarcelo i giovani, le associazioni, i movimenti, le grandi figure come Papa Francesco o quelle che emergono come Greta, ma non c’è niente da fare.Uno degli aspetti più devastanti riguarda le plastiche, il consumo smodato ed il modo sbagliato di disfarsene o meglio di far finta di essersene disfatti.Il 40% della plastica prodotta nel mondo – 8,3 miliardi di tonnellate tra il 1950 e il 2015 – viene utilizzata per realizzare imballaggi. Di tutta quella plastica, ne è stata riciclata appena il 9%. E su questa percentuale occorrerebbe aprire una parentesi a parte per comprendere ed essere consapevoli mentre la produzione cresce e, dai 340 milioni attuali, potrebbe arrivare a superare un miliardo di tonnellate all’anno entro il 2050. Dovevamo ridurre, riutilizzare e riciclare.Soprattutto ridurre la produzione.Ed invece eccoci di nuovo a domandarci, a stupirci e forse ad indignarci. Eccoci a nuotare e respirare in un mare di plastiche. A riempire le nostra interiora, i nostri polmoni e tutto il mondo intorno con il frutto malato di questo albero del progresso che fatichiamo a riconoscere dai frutti del Creato. Si forse ci indigniamo, ci commoviamo, di fronte a qualche immagine, ma ancora, come sempre, tutto passa. E tutto torna alla quotidianità. Alle piccole “fatiche” quotidiane del mettersi lì a scegliere, a selezionare i nostri avanzi, i nostri scarti. Mentre altri tentano in ogni modo, generalizzando, di strumentalizzare perfino le campagne di raccolta rifiuti differenziata, ultimo baluardo alla resa incondizionata. Mentre continuiamo ad ammalarci per i roghi e le microplastiche che ormai ingurgitiamo facendo finta di non vedere di non sentire.