LA SINISTRA DEVE TORNARE AL FIANCO DEI PIÙ DEBOLI
Scusate se vi sembro pedante, ma a me la partecipazione civica, al sociale, piace, credo che dia un senso importante alla vita, anche perchè chi non se ne preoccupa, delegando, secondo me non si preoccupa della propria casa….Continuando il discorso su cosa si può o si deve fare per costruire un’alternativa degna di questo nome, e forte, alla proposta di destra, che sta diventando, secondo il mio modesto parere, anche sempre più la proposta di una destra estrema, ieri sono andato all’incontro organizzato dal mio amico Paolo Cento. E mi sono ritrovato in un dibattito che non aveva nulla del dibattito a fine film degli anni’60 ,noioso e che si parlava addosso, ma vivo e costruttivo. Qualcosa da usare anche come un possibile inizio, certamente come un prezioso consiglio. La partenza mi aveva un po’ spaventato perchè non vedevo (ancora) tracce di autocritica, ma sentivo ancora propositi, proclami, j’accuse, parole, c’erano ancora troppi “come dire…”. Poi però, e quasi subito, è cominciata una rassegna di interventi che parlavano proprio della necessità di ripartire dagli errori commessi per ricostruire. Mi sarebbe pure piaciuto, in questo senso, vedere un rappresentante di destra seduto lì in questo incontro. Questa destra di oggi, di nuovo grezza e persino violenta, lontana dalla destra liberista di Croce, di Malagodi e addirittura di Almirante che, pur essendo stato fascista, rispetto a questi è stato un signore, la volevo lì per vedere cosa vuol dire “democrazia”, cosa vuol dire “inclusivo”, cosa vuol dire “confronto”, “apertura”…Certa destra di oggi non avrebbe mai saputo parlare con tanta equità, mai “contro” ma “per”, come hanno fatto ieri , per esempio, Amedeo Ciaccheri, Marco Grimaldi, e Filiberto Zaratti dei Verdi. Ecco, proprio quest’ultimo, che io conosco per il mio recente impegno coi Verdi, rappresentava un concetto ieri chiarissimo. Il concetto, cioè, dell’apertura, da parte della sinistra, dei propri confini a più interlocutori.Se la sinistra resta arroccata sul suo aventino, se non si apre, se non estende i suoi confini, se a chi è fuori dei suoi confini da’ l’impressione di guardarsi l’ombelico delle correntine che litigano al suo interno (ma nessuno si prende mai ,almeno come allarme, nemmeno un raffreddore con tutte ‘ste correnti?), mentre fuori intanto insistono ogni giorno i bisogni veri della gente, intercettati in modo pericoloso proprio da certa destra, ma soprattutto se la sinistra non si ferma a portare avanti con forza, e fino in fondo, con determinata convinzione, magari riproponendole, caratteristiche da sempre identificative della sinistra, come il lavoro, l’ecologia, l’equità sociale, se non fa queste cose, la sinistra potrebbe avviarsi sempre di più ad essere spacciata. Se si continua, per esempio, a demonizzare dalla mattina alla sera il M5S, questa rischia di essere l’unica forte attività di opposizione proposta. Mentre è chiaro che di fronte ad una vittoria molto più che possibile di quella certa destra, se non si vuole restare paralizzati dalle proprie suscettibilità ferite, considerandole più importanti del paese, si dovrà, per forza di numeri per via di questa legge elettorale, pensare ad un bastione da costruire insieme, senza necessariamente compromettersi. Pensare solo un dialogo, magari,che è molto meno impegnativo dell’accordo che la sinistra di Renzi stipulò con Verdini….La sinistra deve tornare ad essere sostanziale, larga, soprattutto numericamente, deve tornare per le strade, e soprattutto deve tornare ad essere aperta ed inclusiva, come è stato il dibattito di ieri…..grazie Paolo Cento
