ANTONIO INGROIA. LE MIEI DIMISSIONI DALLA MAGISTRATURA NON FURONO UNA SCELTA LIBERA

ANTONIO INGROIA. LE MIEI DIMISSIONI DALLA MAGISTRATURA NON FURONO UNA SCELTA LIBERA

Ringrazio Il Fatto Quotidiano che ricorda quello che tanti preferiscono dimenticare. E cioè che le mie dimissioni dalla magistratura non furono il frutto di una mia libera scelta, ma la conseguenza di una vera e propria persecuzione istituzionale e mediatica subìta dai tempi del processo Contrada, e poi del processo Dell’Utri, e poi delle inchieste “Sistemi Criminali” e sulla “mancata perquisizione del Covo Riina” ed infine con l’indagine “Trattativa Stato-mafia” nell’arco di 20 anni, dall’arresto di Contrada (1992) fino alla richiesta di rinvio a giudizio di Mori, Subranni, Dell’Utri, Mancino, Mannino e c. nel processo Trattativa (2012). 20 anni di guerra contro un PM che si ribellava al principio di diseguaglianza imperante in magistratura e che invece si ostinava ad applicare il principio che tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge, e il colpevole che riveste pubbliche funzioni è ancora più colpevole degli altri. 20 anni alla fine dei quali ho capito che era il momento di “salvare” le indagini e i processi che rischiavano di essere travolti insieme a me dalle polemiche contro di me. E ho deciso di cambiare “campo” facendo l’attivista politico (solo “attivista” perché parlamentare non sono stato mai) e l’avvocato per avere più libertà d’azione e cercare di cambiare le cose da un’altra postazione di battaglia. Ho avuto ragione e questo articolo de Il Fatto mi dà ragione. La magistratura e il CSM, purtroppo, sono ancora peggiorati ed hanno conquistato altro potere i carrieristi, gli omologati e gli opportunisti. Intanto, ho salvato l’indagine ed il processo “Trattativa” che, grazie a Di Matteo e gli altri PM a cui ho passato il testimone, è approdato alla convalida della condanna di primo grado da quella Corte d’Assise con i giudici popolari che fortemente volli da Procuratore Aggiunto (e con ragione…).Ma la guerra non è finita e non abbiamo perso. Bisogna solo cambiare terreno di battaglia e strategia, e voi, amici, lettori e cittadini liberi e indignati, in questa battaglia avete un ruolo essenziale, fondamentale. Bisogna attivarsi ed organizzarsi. Non è più solo il momento di resistere, è il momento di agire e reagire, esigendo che i collusi del Sistema vadano a casa. Senza tatticismi e con intransigenza. Io sono pronto alla prossima battaglia, e voi?