STACCARE PER PENSARE. QUANDO LA POLITICA CHE VEDI NON TI PIACE PIÙ

STACCARE PER PENSARE. QUANDO LA POLITICA CHE VEDI NON TI PIACE PIÙ

Fuori dalla foga del flusso di notizie, senza profonde letture di quotidiani e con poche notizie in TV. STACCARE per PENSARE, ad una politica che più trascorre il tempo e più soffro come fosse un allergene. Non mi piace questa politica viziata dal pressappochismo, priva ormai da anni di alternative interessanti che sappiano fare a meno delle grida e degli slogan. Non mi piace come sta diventando il mio Paese, sempre più preda di quelli che Indro Montanelli definiva venditori di tappeti taroccati. Non mi piace conoscere persone per bene, intellettuali, imprenditori, creativi, professionisti, insegnanti, colleghi, in preda come me, ad un senso mai vissuto prima di impotenza, spinto dalla convinzione che ormai ci troviamo di fronte alla stessa storia vissuta da Roma quando viveva un impero che da tempo era ormai spento. Non mi piace vivere sulla pelle la sensazione del “non è più possibile fidarsi di nessuno” perché ho sempre pensato che tutto potesse essere riformabile, curabile, modificabile. Non mi piace vedere che sempre più persone hanno messo in un angolo il proprio senso critico e inneggino a questo o quel leader temporaneo quasi fosse il Salvatore mentre alla fine abbiamo avuto di fronte tanti falsi profeti. Non mi piace questo senso di sconfitta e la percezione di molti sulla inutilità della democrazia. Non mi piace questa sinistra, polverizzata e senza orizzonte quando l’orizzonte ne era invece il senso. Non mi piace questa destra alla continua ricerca di un senso. Non mi piace il sovranismo che è alquanto differente dall’autonomismo. Perché il primo non è in grado di compiersi se non attraverso l’ossequio verso qualche potenza diversa dall’Europa. E perché il secondo prevede un Paese e un Popolo che non c’è. Ma non mi piace nemmeno quest’Europa, figlia di un sogno fatto dai padri che oggi viene cancellato dai figli e vissuto come desiderio dai giovani nipoti che non combattono per ottenerlo. Non mi piace questo mondo in cui i desideri sono stati infatti sostituiti dalle sensazioni di velleitá e fatalismo. E quindi? Quindi provo a ricaricarmi e a interrogarmi su come fare a recuperare il senso della politica, del viverla e raccontarla. E voi? Che idee avete a proposito. Non per me, ovviamente, ma per voi. Senza restare vittime della nostalgia.