IL PARADOSSO DELLA VAL D’ENZA

Cosa brilla in quella valle che sta causando uno scandalo che da ”giocato” sulle spalle di tanti bambini e delle loro famiglie rischia di finire nell’arena politica?E la cosa più subdola è proprio quella di veder giocare su dei bambini travolti dai disagi morali e materiali che rischiano di trovare sbattute in prima pagina le loro storie.Storie complesse, complicate, dai rapporti umani disagiati o forse male interpretati.Storie che non ammettono errori ma che pure sono state toccate dal male.Per questo sarà bene non comportarsi da sciacalli e lasciare fare il loro compito all’autorità giudiziaria.Ma politicamente la vicenda lascia perplessi e pur nella delicatezza impone delle riflessioni che non vogliono scadere delle strumentalizzazioni.E fra tutti i particolari, i dettagli morbosi ci sono delle contraddizioni che occorre per forza evidenziare. C’è un paradosso che non è possibile far finta di non aver notato.Sarebbe il caso di una famosa consigliera comunale del M5S a Reggio Emilia – ex candidata sindaca pentastellata che raccolse il 14% dei voti – che inspiegabilmente si sarebbe dimessa dal suo ruolo istituzionale per difendere una delle indagate nel caso Bibbiano: Rossella Ognibene.È lei che ad un occhio attento metterebbe a rischio anche la sua carriera professionale di avvocato, che avrebbe deciso di mettere da parte definitivamente il suo ruolo istituzionale, dimettendosi e diventando il legale difensivo di Federica Anghinolfi.L’avvocato della persona che si sarebbe detta indifendibile, di colei che era la responsabile dei servizi sociali di tutta la Val D’Enza.Della donna finita ai domiciliari e c’è sarebbe accusata di essere delle figure di spicco degli affidamenti illeciti.