LEGA AL SUD, TRE NE ELEGGE E QUATTRO NE ARRESTANO

Avanti un altro. Arrestato il sindaco leghista di Apricena Antonio Potenza per peculato, abuso d’ufficio e concussione, secondo l’accusa bonificò il suo ufficio dalle microspie per evitare la registrazione di alcuni brogli, comunque scoperti attraverso una vasta documentazione raccolta dagli inquirenti in seguito alla denuncia di un cittadino “tradito” da una promessa di appalto al cimitero, poi concesso dal sindaco ad un suo assessore. L’arresto dell’unico sindaco leghista di Puglia non desta meraviglia. Finito il trend berlusconiano, buona parte della vecchia schiera di Forza Italia, composta da politicanti di dubbia morale, clan elettorali e comitati d’affari d’ogni genere è saltata sul carro del vincitore, insieme a ex fascisti uniti alla lega dal comune sentire razzista, nonostante i decennali insulti razziali diffusi dai leghisti contro gli stessi “terroni di m….”. Così è certa politica che fa scempio della democrazia, interessi di bottega uber alles, e così la lega è cresciuta al Sud, imbarcando il peggio della classe politica, rappresentante di bottegai incarogniti dalla crisi e illusi da condoni e flat tax e imprenditori in cerca d’appalti, classe politica marcescente che fa il paio con quella del Nord. Mentre “l’altro Sud” quello che si batte per la legalità e la buona politica, dava il 50% dei voti al M5s. Voti poi dimezzati per via della diffusa sensazione di tradimento compiuto dai grillini mediante un patto di governo con il peggiore partito italiano. Ma questa è un’altra storia. Tant’è, la caduta morale e culturale degli italiani è impressionante, il 60% non legge un libro e non sa decifrare un semplice testo d’italiano. Analfabeti funzionali cresciuti a pane e Mediaset, facile preda delle campagne mediatiche di giornali e Tv gestite dalla destra becera, che indirizza la rabbia dei poveri per la crisi economica dell’Italia contro altri poveri, nascondendo corruzione, speculazione e mafie che incidono in maniera paurosa sui conti pubblici, affossando l’economia del Paese. Elettori facile preda della destra fascioleghista anche in virtù della cattiva politica del Pd, che con Renzi ha toccato il fondo, senza che Zingaretti, possa risollevarlo, anch’egli schierato con gli sprechi delle “grandi opere” al Nord, che infinita corruzione adducono, e con l’abbandono del Sud, condannato a morte da quest’Italia senza fratelli. Tornando ai leghisti del Sud arrestati e indagati, in Puglia nel marzo 2017 ricordiamo il coordinatore provinciale di Foggia di ‘Noi con Salvini’, Primiano Calvo, di San Severo, vicinissima ad Apricena, accusato di mediazione per traffico di rifiuti. Nell’ agosto dello stesso 2017, a Torre del Greco, fu arrestato l’unico sindaco leghista della Campania, Ciro Borriello per corruzione sempre in merito ai rifiuti. Tornando alla Puglia, ricordiamo il senatore Roberto Marti, anch’egli come tanti leghisti meridionali con un passato nel Msi e in Forza Italia, coinvolto in un’inchiesta della procura di Lecce. Secondo gli inquirenti si sarebbe prodigato per far assegnare un’abitazione al fratello di un boss. Salvini si inventa una nuova spedizione dei Mille, calando in ogni regione del Sud commissari padani doc per “moralizzare” la lega al Sud. In Puglia nomina il discotecaro romagnolo Massimo Casanova, proprietario di una struttura turistica in Capitanata, a Lesina, per la quale ha subito perquisizioni della Guardia di Finanza per abusi edilizi. Struttura turistica spesso utilizzata dallo stesso Salvini, buon amico del Casanova, eletto europarlamentare della Lega. Lo stesso commissario romagnolo spunta in una foto fotografato sul palco con Nicola Guido Stefanelli, sindaco di Scorrano, nel Salento, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. In Campania, ad Avellino, Damiano Genovese, figlio di Amedeo, condannato per omicidio e ritenuto a capo di un clan è stato eletto in Comune con la lista leghista. Damiano non prende le distanze dal padre, “per noi niente era vero di quelle accuse”. In Sicilia, Report ci ha raccontato la storia di Antonio Mazzeo, leghista di Meletto (Catania) e di suo zio Mario Montagno Bozzone su cui pende una condanna in primo grado per concorso in omicidio, presente al comizio del nipote per la corsa a sindaco a Meletto. Mentre in Calabria c’è il caso del coordinatore della “Lega per Salvini premier”, Domenico Furgiuele, il cui suocero Salvatore Mazzei è stato condannato in via definitiva per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Furgiuele risulta, secondo Report, domiciliato in un immobile della moglie confiscato. Il tutto mentre squadracce razziste aggrediscono con lancio di pietre poveri braccianti immigrati che si recano al lavoro in bicicletta nelle campagne di Puglia. Così è, se vi pare.