COME IN UNA DITTATURA SUDAMERICANA

Nei paesi evoluti, durante un interrogatorio non si può vessare l’interrogato. Non lo si può bendare e non lo si può legare alla sedia.Ma non lo si può neanche picchiare, non lo si può torturare con dei ferri arroventati, non gli si possono attaccare degli elettrodi ai capezzoli.Sono tutte cose che, purtroppo per tutti i giustizieri della notte italiani, non si possono fare.Per due ordini di motivi. In primo luogo perché, nei paesi civili, esiste un punto fondamentale del diritto, ovvero la “presunzione di innocenza”: fino alla condanna definitiva, chiunque è formalmente innocente.In secondo luogo perché esiste una cosa chiamata “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” che, all’articolo 5, recita: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli, inumani o degradanti”. Esistono paesi, al mondo, dove è lecito torturare qualcuno per estorcergli una confessione: la Turchia, ad esempio, ma anche l’Iran, la Russia, l’Egitto, persino Israele.Dell’uso della tortura negli interrogatori in Egitto abbiamo visto i risultati su Giulio Regeni, ad esempio. Ma cosa succede nel momento in cui un ministro dell’interno inizia a invocare pene che non sono previste dal nostro ordinamento sin dall’800, come i lavori forzati?Cosa succede nel momento in cui si pensa che sia lecito avere una giustizia “punitiva” e non “riabilitativa”, come previsto dalla Costituzione?Cosa succede nel momento in cui passa il messaggio che ogni metodo va bene per “stanare e colpire il colpevole”? Cosa succede nel momento in cui si consente alla rabbia di farsi legge, alla violenza di farsi diritto, all’odio di farsi prassi? Succede Cucchi.Succede la Diaz.Succede che, per vendicare la morte di una brava persona, lo Stato di diritto viene meno ai suoi principi fondamentali e diventa esso stesso “delinquente”, a volte “assassino”. Questa scena non viene dal Cile di Pinochet, ma dall’Italia del 2019.Ed è una vergogna per tutti.Per noi, per le forze dell’ordine, per lo Stato, per il diritto. Sono bastati pochi anni di propaganda fascistoide per farci perdere del tutto di vista i concetti più basilari di “diritti umani”, “legalità”, “Stato”, per trasformarci da “culla del diritto” in “dittatura sudamericana degli anni 70”. Questa foto è la sconfitta definitiva di tutto ciò che i padri costituenti avevano previsto per noi.