C’ERA UNA VOLTA VILLAR PEROSA

C’ERA UNA VOLTA VILLAR PEROSA

Da sessant’anni, quando si arriva a Villar Perosa si diventa juventini certificati. Giornalisti esclusi. Fui presente, quarant’anni fa: tentato, non persi la mia fede. L’evento riguarda anche il popolo ( ieri cinquemila “ invitati”, compresi tanti bambini innamorati in particolare di Ronaldo). Villar Perosa un tempo voleva dire incontro con gli Agnelli, vicino al loro castello, foto di rito, abbracci, contratti. Oggi selfie e plusvalenze. Qui Boniperti riceveva vecchi e nuovi, ne conquistava la firma, dispensava raccomandazioni, taglio di capelli compreso. Qui Platini fece sapere ch’era stato accolto in Casa Juve con spumante di famiglia. Si aspettava champagne. Ne fece scorrere a fiumi. E infine, ieri come allora, la partitella, un tempo significativa, oggi chissà.Il rito continua, anche con nuovi significati. Ad esempio Sarri che entra in scena – pur influenzato – al fianco di John Elkann, e parla di “Villar, Natale juventino”, certo il regalo più bello della sua vita. Scurdammoce ‘o passato. Viene in mente quel giorno in cui l’Avvocato si presentò, sorridente, insieme a Luciano Lama da Gambettola, leader Cgil, comunista.Ad esempio i dubbi, più importanti che mai. Evasi facilmente dai tifosi che esultano quando Higuain e Dybala si abbracciano. Che s’accontentano di guardare Ronaldo e DeLight fuori campo, contrattempi fisici improvvisi. E tornano a entusiasmarsi, fino all’invasione, dopo la doppietta di Paulo che torna a essere La Joya.Tutto a posto? No. Ci fosse stato l’Avvocato, con Boniperti, giochi fatti. Adesso, con Paratici in figura e Nedved casual, è tutto da vedere. E non solo per i due big. La Juve inaugura gli esuberi, come ai tempi duri della Fiat: Mandzukic, Rugani, Matuidi, Pellegrini, Perin e Khedira che sembra essersi salvato perché Sarri lo trova essenziale per il suo disegno tattico ancora tutto da capire, forse l’aggiornamento del 4-3-3 perché, rivoluzione a parte, vincere è ancora l’unica cosa che conta. Ma la chiacchiera tecnicotattica è ancora lontana: finché parla Paratici tace Sarri. L’anti Marotta gioca con Icardi rivelando “è dell’Inter”, bugia agostana. Gioca con Dybala, “ un grande giocatore vicino e lontano dalla Juve, come altri che dovremo ringraziare per tutto quello che hanno dato alla squadra”. La commedia juventina continua. Andrea Agnelli sogna la Champions. Sugli intimi pensieri di John Elkann, un ragazzino diventato leader, cala la tela.C’era una volta Villar Perosa.Italo Cucci