DA “SCENDEREMO IN PIAZZA” A “RIVOLUZIONE” IL PASSO E’ BREVE

DA “SCENDEREMO IN PIAZZA” A “RIVOLUZIONE” IL PASSO E’ BREVE

Più aumentano le possibilità di un nuovo governo con il M5S ed il PD, più la disperazione di chi sente che gli manca il terreno (la poltrona) sotto i piedi aumenta e da: “scenderemo in piazza” si arriva ad utilizzare due parole che dovrebbero preoccupare un po’ tutti: “rivoluzione e insurrezione”. Che non sono la stessa cosa dello “scendere in piazza”, di solito questo lo si fa con bandiere, cartelli, cori, slogan in cortei pacifici; le altre due non viaggiano mai da sole, si accompagnano immancabilmente con la violenza. E ci si dovrebbe preoccupare ancora di più se queste due “invocazioni” arrivano da persone che ricoprono cariche pubbliche, un vero e proprio atto contro lo Stato di diritto. Così come non bisogna sottovalutare quel “8 Settembre data dei traditori” dichiarato da una forza politica che fa riferimento alla data dell’armistizio tra Italia ed Alleati nel secondo conflitto mondiale, che provocò una feroce e devastante guerra civile. Certo non bisogna esagerare ma neppure sottovalutare certi comportamenti abbassando la guardia ritenendo e riducendo tutto ciò ad un aspetto “folkloristico”. Viviamo un periodo dove la situazione politica è così incerta, con un Paese in evidente difficoltà, che questi atteggiamenti potrebbero trovare consensi inaspettati, la storia ci dice che è già accaduto. Già la presenza di certi “gruppi” in Parlamento è inspiegabile visto che questi, inneggiando a certe ideologie, disprezzano di fatto la Repubblica e la democrazia.