LA FIORENTINA NE PERDE UN’ALTRA: IL GENOA PASSA 2-1
Tra due squadre che non vincevano una partita da tempo immemore era probabile che una delle due dovesse togliersi la “scimmia dalla spalla”, e così è stato: 2-1 per il Genoa il risultato finale e, malgrado il finale arrembante (e un po’ disperato) della Fiorentina bisogna dire che il risultato è assolutamente giusto, ed anzi forse è andata quasi bene alla squadra di Montella che ad un certo punto della ripresa sembrava sull’orlo di una caporetto micidiale. Ma andiamo con ordine. Accompagnata dal proprio presidente (evento epocale questo, ai tempi dei Della Valle la presenza di uno dei due fratelli in tribuna in trasferta era circostanza rara come un “Gronchi Rosa”) la Fiorentina si è presentata a Genova con le buone sensazioni suscitate dal match della settimana scorsa col Napoli, ma anche con un’astinenza da vittorie in campionato non curabile neanche con massicce dosi di metadone (quasi sette mesi: roba da record mondiale) e sempre con le “porte girevoli” in azione visto l’insensato mercato ancora aperto. Ora, è vero che gli esperti di mercato devono lavorare ed il teatrino dell’ultimo giorno con il conto alla rovescia, la porta chiusa da avvenenti fanciulle, la disperata corsa (finta naturalmente) di un funzionario di una squadra di serie B per depositare il prestito di un ragazzino della primavera fa molto “colore”, però… che palle. Sono tre mesi che il tifoso medio si sciroppa le elucubrazioni dei suddetti esperti col telefonino spianato come se da un momento all’altro un fantomatico “insider” dovesse inviare LA NOTIZIA (tutto in maiuscolo) e come se questo fosse tutto ciò che desidera; quando invece forse lo stesso tifoso medio, alla seconda giornata di campionato, gradirebbe sapere qual è la rosa definitiva della propria squadra. Ma tant’è, il carrozzone del calcio ha bisogno anche di questo pare e allora vai con questa pantomima. Il primo tempo della Fiorentina è stato diviso in due come, spesso, la squadra sul campo. Bene in fase offensiva, pur non creando occasioni clamorose, tranne una con Chiesa liberatosi bene ma pessimo nella conclusione da posizione sì angolata ma decisamente non impossibile, con belle manovre tenendo la palla rigorosamente attaccata al terreno perché con Boateng schierato al posto di Vlahovic i cross decisamente non potevano essere un’opzione. E questo pur con un Sottil non ai livelli della stupenda partita disputata contro il Napoli e un apporto limitato dei centrocampisti, escluso Castrovilli sempre più punto di riferimento nella metà campo offensiva. Poi però appunto l’altra faccia della medaglia: una fase difensiva tremenda, con il Genoa pericoloso praticamente ogni volta che superava la metà campo, e addirittura mortifero sui calci piazzati dove la difesa viola è andata ripetutamente a farfalle come neanche in un dipinto impressionista francese. E come si diceva questo un po’ per i limiti strutturali di un quartetto difensivo ancora tutto da registrare (stasera con il giovane Ranieri al posto dell’altrettanto giovane Venuti) ma molto anche per la scarsissima copertura di un centrocampo votato al pressing altissimo, ma poi in evidente difficoltà quando questo andava a vuoto. E quindi alla fine l’uno a zero all’intervallo era quasi un saldo per i viola, che dovevano dire grazie a due bellissime parate di Drągowski e ad un palo colpito da Radovanovic (tanto per cambiare su calcio d’angolo) se il Genoa si limitava al gol di Zapata. Poi come detto all’inizio una seconda parte di gara in cui la Fiorentina andava letteralmente in barca, non riuscendo a creare praticamente più niente in attacco e subendo di tutto e di più in difesa. Il raddoppio di Kouame dopo un quarto d’ora arrivava nel mezzo di una serie di occasioni clamorose, con errori degli attaccanti, legni e ancora parate del portiere polacco della Fiorentina che sfoderava almeno un paio di miracoli. Dopo una decina di minuti Montella aveva provato la mossa tattica di togliere Badelj e immettere il nuovissimo arrivo Dalbert, passando a tre in difesa, però (a nostro parere sia chiaro) confondendo ancora di più le idee ad una squadra già con i giramenti di testa. Uscita in qualche modo dalla tempesta però nel finale la squadra viola, grazie agli inserimenti di Ribery (ottimo considerando la scarsa forma) e Vlahovic trovava la forza di accorciare grazie ad un rigore di Pulgar e “rischiare” davvero di pareggiare nel recupero con due super tiri di Chiesa, fermati prima dal palo e poi da una bella parata di Radu. Buon sangue questa nuova viola ce l’ha, non c’è dubbio, però la classifica lacrima, e alla ripresa dopo la pausa arriveranno Juventus e Atalanta. Nuvoloni neri pesanti insomma. Però è anche vero che quest’anno c’è solo da mettere le fondamenta per qualcosa che verrà quindi, se l’ambiente non si fa prendere dal pessimismo, si può guardare senza eccessivi patemi anche ad un periodo sul fondo della classifica. E poi, fosse anche solo per la legge dei grandi numeri, una vittoria prima o poi dovrà pure arrivare. O no?
