LA LUNGA ESTATE CALDA DEL CALCIOMERCATO COSTA UN MILIARDO.PROMOSSI E BOCCIATI
Viene in mente, prima di addentrarci in pagelle e giudizi che, ovviamente, rimangono opinabili, la grande questione del mercato lungo aperto: non piace a nessuno, tutti chiedono,a gran voce di chiuderlo con l’inizio del campionato, tecnici, operatori di mercato, agenti, sono tutti d’accordo ma non si capisce perché poi non si riesca in questo intento, chissà forse perché due mesi di mercato estivo fa vendere più giornali? Rimane comunque un mistero, e poi la chiusura anticipata delMercato inglese ( 9 agosto quest’anno) crea situazioni di massima instabilità, uniformare con ha data unica no? E’ stata un’estate calda e non solo dal punto di vista metereologico.La sessione di calciomercato che si è chiusa dopo tre mesi di trattative e voci, non tutte confermate poi dai fatti, ha visto la Serie A tornare a investire con forza.Il bilancio finale dice che i club italiani hanno riversato sul mercato oltre 1,15 miliardi di euro con un saldo negativo di oltre 300 (fonte Transfermarkt), quindi al di là degli artifici finanziari delle plus valenze, ulteriore grande indebitamento. Merito della voglia di accorciare il gap europeo nel caso della Juventus o del progetto di Inter e Napoli di avvicinare i bianconeri in vetta al campionato.E merito del Decreto Crescita che ha consentito di attrarre dall’estero campioni con lo sconto fiscale (scatta dal 1° gennaio 2020 a patto che si fermino per due anni).La somma di questi due fattori ha portato una sessione in cui un po’ tutte le big hanno aperto il portafoglio per investire. La Juventus ha strappato De Ligt alla concorrenza di Barcellona e Psg su cifre proibite fino a pochi mesi fa per il calcio italiano.L’Inter ha messo a segno con Lukaku (65 milioni) e Barella (45) due dei colpi più costosi della sua storia e lo stesso ha fatto il Napoli con Lozano e Manolas.Unita la rifondazione della Roma post-Monchi ne esce un quadro di grande fluidità in cui si inserscono la continuità della Lazio, che si è tenuta Milinkovic Savic, e le difficoltà del Milan alle prese con i rapporti con la Uefa e le questioni di bilancio. Poi all’interno di questo mercato si è consumata una storia di vita, di amicizia, di rivalità e di sfida, una contesa senza esclusione di colpi:la storia di due ex amici: Giuseppe Marotta e Fabio Paratici, la coppia divisa da Agnelli che si è trovata su fronti opposti per la prima volta in carriera, da avversari, a volte a che da nemici, un gioco sottile di veri e dispetti che ha incrociato la vicenda Icardi, l’altro grande tormentone che ha allietato le serate estive. Difficile capire chi ha vinto, forse hanno pareggiato, forse hanno perso in due: si narra che Paratici avesse un accordo da mesi con Icardi per poterlo prendere al minimo costo possibile, Marotta aveva la necessità di cederlo, per due motivi fondamentali: creare la liquidità per fare mercato, e perché ritenev( a rafione) che non vi fossero più le condizioni per rimanere in nero-azzurro. Icardi, sembrerebbe, ha onorato l’impegno rifiutando qualsiasi destinazione fino a 24 ore dalla fine del mercato, per poi accettare, controvoglia il Psg. Paratici le ha provate di tutte per fargli il posto:ma prima Higuain, poi Mandzukic e poi anche Dybala, finiti sul mercato, hanno rifiutato le destinazioni proposte, morale la Juve è rimasta come’era in attacco, e chissà se è proprio un male, visto le prestazioni di Higuain. L’esperto Marotta era sotto scacco, senza vendere Icardi, aveva le mani legate, ma ha operato ugualmente, convinto di due cose: Icardi alla fine sarebbe partito e se la Juve lo voleva, doveva pagarlo. La cosa non gli è riuscita del tutto, ha evitato Icardi alla Juve, ha comunque comprato la prima scelta di Conte ( Lukaku), con Paratici che si è messo di traverso fino alla fine, e ci è mancato un pelo che si arrivasse il grande scippo ( il rifiuto di Dybala di andare allo United lo ha evitato)ma ha “solo” prestato Icardi al Psg, togliendosi un problema grosso nello spogliatoio, ma non dal bilancio: la campagna dell’Inter, costosa, non è stata finanziata: Icardi e Naingoolan solo prestiti gratuiti, Perisic prestito oneroso e diritto di riscatto, c’è la sensazione che i problemi siano stati solo postdatati e non risolti. Anche se nel caso di Icardi, l’allungamento del contratto concede forza contrattuale alla Società e c’è una fondata speranza che una volta che il bizzoso argentino ricominci a giocare a pallone faccia i gol necessari per meritarsi il riscatto, anche perché Cavani a fine campionato andrà in scadenza.Ora, come sempre conteranno i risultati, un ottimo campionato dell’Inter nasconderebbe i problemi di bilancio, è noto come le vittorie siano spesso la panacea di tanti mali, certo però che per sistemare il bilancio dell’Inter ( Lozano, Barella, Sensi e Lukaku sono stati acquisti costosi, più il riscatto di Positano) questa volta serviranno cessioni vere e non le solite plus-valenze. La Juve era partita benissimo: i due parametri zero Rabiot e Ramsey,sono colpi magistrali, e l’asta finta con tutte le maggiori squadre europee per De Ligt, è bastata una grande prova di forza. Poi rimaneva il colpo in canna, Icardi, tutti sapevano, tutti erano certi che accadesse, ma ad un certo punto Paratici si è un po’ incartato. Dopo il rifiuto di Higuain di andare alla Roma ha messo sul mercato, in maniera anche clamorosa Dybala, amarissimo da tutti i tifosi: lo ha offerto al Manchester U, al Totthenam, al Psg, ma il fantasista argentino non ne ha voluto sapere, tutti temevano( da parte bianconera) che si arrivasse allo scambio con Icardi ( gradito ai neroazzurri) ma il niet di Agnelli ha evitato pure questa partenza: morale alla fine Pararici non ha avuto lo,spazio per Icardi e il presunto accordo e finito in fumo, con buona pace di Maurino che ha aspettato fino alla fine, ha rifiutato Roma, Napoli, Monaco e Altletico Madrid, e si è “dovuto accontentare” del Psg. Ora dir che la Juve non è sufficientemente coperta in attacco, sarebbe dire un’eresia, ma risulta abbastanza animalo che parta con un organico di 4 attaccanti di cui tre erano sul mercato. Riflessione personale: essere un eccellente scout non implica, almeno nell’immediato essere un altrettanto ottimo Ds. Ora la domanda che si pongono tutti è: riuscirà l’Inter con la poderosa rosa messa a disposizione di Conte ad inserirsi nella lotta scudetto che, prevedibilmente, interesserà Juve e Napoli? O gli sforzi profusi serviranno solo ad accorciare una forbice di 20 punti accumulati anno scorso? Insomma per le due eterni rivali una promozione sul mercato, ma con riserva, l’Inter è sicuramente migliorata, i bilanci decisamente peggiorati.La Juve dipenderà molto da Higuain, se è quello delle prime uscite, sarà rinforzata, se invece sarà quello ripudiato da tutti dello scorso anno, con Dybala con il morale sotto i tacchi per la evidente bocciatura, e con Mandzukic fuori dal progetto, rimaniamo dubbiosi. Del resto basta guardare la formazione della Juventus che per un’ora ha annichilito il Napoli, in campo c’erano solo i vecchi ( De Ligt giocava solo per l’infortunio di Chiellini e Danilo per quello avvenuto in campo di De Sciglio), l’unica novità era Higuain, e la differenza l’ha fatta lui. Anche la scelta di non sostituire Chiellini, ci lascia alcuni dubbi, troppo fondamentale il capitano quando gioca, e Rugani e De Miral, sono bravi ma non hanno il carisma del veterano. Detto di Juve e Inter passiamo alle altre, non vi annoieremo con tutti i nomi degli acquisti e cessioni, li troverete in qualsiasi quotidiano sportivo, cercheremo di dare dei giudizi sulle operazioni principali, e sulle prospettive future. Al Napoli solo complimenti: De Laurentis, per il primo anno, ha deciso di investire veramente e gli acquisti di Lozano, Manolas e Di Lorenzo, lo dimostrano: nessuna cessione eccellente, Rog e Verdi non erano strategici, e anche il jolly Llorente costituirà un’arma in più all’arco di Ancelotti, semmai vedremo, come verrà gestita la situazione di Milik, al momento un po’ escluso dal progetto. In ogni caso il Napoli non è lontano dalla Juventus e quest’anno ci aspettiamo una lotta più serrata, e sopratttutto un percorso migliore nelle coppe, la vera mancanza dell’anno scorso, grazie anche ad un girone meno arduo. La Lazio ha scelto la strada della continuità, dall’allenatore, l’unico confermato delle prime 5, alla rosa:si è tenuta Milinkovic, e non è poco: è tantissimo.Con lui ha confermato tutti coloro che l’anno scorso hanno vinto la Coppa Italia, aggiungendo l’uomo che mancava per colmare la lacuna principale dell’organico: Lazzari sulla fascia destra. Sicuramente può entrare nelle prime quattro. La Roma ha avviato l’ennesima rivoluzione: via allenatore e ds, ha venduto bene il capocannoniere dell’ultimo campionato (El Shaarawy), il leader difensivo (Manolas), e perso il leader di tutto (De Rossi).Petrachi ha cercato di tamponare, e, a nostro avviso, ha fatto un buon lavoro, e con pochi spiccioli: anzitutto ha “ ripreso” Dzeko già con valigie e testa a Milano, poi al fotofinish ha piazzato il colpo Kalinic e Mkhtaryan( cedendo Schick) anche se non sono molti gli arrivi davvero convincenti. Sembra positiva la scelta di Pau Lopez in porta, intriga Mkhitaryan, però alla fine la nota più positiva del mercato estivo sono i rinnovi di contratto: Under, Zaniolo, Dzeko (convinto a rimanere con un contratto comunque principesco). L’Atalanta, per una volta, in onore della Champions, non ha ceduto i migliori né i titolari (solo Mancini è andato alla Roma). E ha cercato di dare a Gasperini alternative di rilievo in ruoli chiave: Muriel davanti, Malinovskyi a centrocampo, all’ultimo minuto ha sostituito la fuga di Skrtel con Kjaer.Un mercato per sognare ancora un po’. Il Milan, sinceramente un po’ indecifrabile.Ha speso (quasi 90 milioni), ma senza dare l’impressione di poter compiere un salto di qualità: solo Bennacer sembra un buon colpo.Ha inseguito per tutto il mercato Correa e ha fallito l’obiettivo, lo scambio Rebic-André Silva è una toppa messa all’ultimo tuffo.È indubbiamente un anno di transizione, l’obiettivo è tornare nelle coppe, meglio se in quella principale, ma allora perché spendere così tanto? Il Torino, vuoi anche per la splendida partenza, ci incuriosisce e con l’ultimo colpo di mercato dei granata, Verdi, si inserisce di autorità ad un piazzamento nelle coppe.La conferma di tutti i giocatori di peso, oltre ai ritorni di Bonifazi e Lyanco.I tifosi si aspettavano qualcosa in più prima del doppio impegno contro il Wolverhampton in Europa League, ma il colpo Verdi al fotofinish fa sognare. Anche la Fiorentina ha cambiato tantissimo e anche in meglio, anche se lo scores di Montella fa paura.Pensate che da quando è tornato in sella a Firenze è riuscito a perderle tutte, a parte il pareggio narcotizzato dell’ultima in casa con il Genoa che ha portato alla salvezza, insomma un incubo il suo ritorno.La conferma di Chiesa, voluta a tutti i costi dal nuovo padrone Commisso, è un segnale di ritrovata forza e nuova voglia.Molti acquisti sono di spessore, da Ribery a Boateng, da Badelj a Pulgar fino a Pedro e Ghezzal.Con alcuni giovani molto interessanti su tutti il centravanti Vlahovic, Sottilme il portiere Dragowski.Dovrebbe disputare un buon campionato. Nel Genoa, finalmente, Preziosi non smembra la squadra ma prova a costruirne una decisamente migliore della passata, che si è salvata all’ultima giornata.Coinvolgente la scelta di Schone, intelligenti quelle di Zapata e Saponara. E attenzione a Pinamonti: in coppia con il confermato Kouame può entusiasmare. Là Sampdoria invece un disastro.Non ha rimpiazzato in modo adeguato i giocatori importanti fuggiti altrove (Praet, Defrel, Saponara).La querelle per il passaggio della società da Ferrero al gruppo guidato da Vialli ha probabilmente distratto gli uomini mercato blucerchiati, di solito abilissimi a vendere e ricostruire, e anche Di Francesco sembra un po’ in confusione. Il Sassuolo, senza infamia e senza lode.Le uscite sono pesanti: Lirola e Demiral, Sensi e Boateng, anche Di Francesco.La squadra rimane competitiva, anche se sembra un po’ ridimensionata. Interessante la scelta dell’ex empolese Traoré per il centrocampo, Chiriches può dare consistenza, il resto lo farà la sapienza e le capacità di De Zerbi, un tecnico destinato ad una grande . La Spal , i sacrifici di Lazzari e Bonifazi mancheranno, la società ha cercato in ogni modo (e inutilmente) di riprendersi almeno il difensore dal Torino.La voglia di costruire una squadra da salvezza c’è, eccome, ma il gruppo pare indebolito rispetto alla scorsa stagione. Nell’Udinese il solito mercato di uscite, nemmeno particolarmente significative, stavolta, e investimenti su giocatori semisconosciuti che a volte si rivelano talenti assoluti.Avere trattenuto De Paul è il fiore all’occhiello della campagna acquisti. Il Verona sembra questa volta non voler essere di passaggio, e l’acquisto in chiusura di Stepinski dai cugini clivensi lo dimostra .Un viavai di giocatori che, nelle intenzioni della società, dovrebbe avere consegnato a Juric un gruppo in grado di lottare per la salvezza, stavolta. Ma non sarà facile, di sicuro però, migliore dell’ultima fugace apparizione in serie A. Nel Parma, tanti acquisti di buon livello per continuare a crescere; significativi soprattutto gli investimenti per i riscatti dei giocatori che aveva in prestito (a cominciare da Inglese), interessante l’arrivo di Darmian. Curiosità e tanta per il Brescia di Cellino.Alle due punte titolari della B, Torregrossa e Donnarumma, ha aggiunto il colpo Balotelli e l’esperto Matri, ha tenuto il predestinato Tonali e ha un eccellente allenatore.La squadra può centrare la salvezza. Nel Lecce, buoni giocatori e alcuni nomi importanti (Imbula, Lapadula) per assorbire l’impatto con la serie A.Il club ci ha messo buona volontà, chissà se sarà sufficiente per conquistare la salvezza, importante l’ultimo colpo Babacar.
