LE BOMBE EUROPEE E ITALIANE SULLO YEMEN. CONTE CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA

L’Europaesporta 22 miliardi di euro di armi in Arabia Saudita ed Emirati per fare la guerra in Yemen. Con la Rvm tedesca in Sardegna, l’Italia esporta bombe in Arabia Saudita. I nostri governi si trincerano cavillando che in Yemen non c’è una guerra dichiarata, altrimenti ci sarebbe il divieto di export. In realtà non è vero perché sappiamo benissimo che è in corso un conflitto dal 2015 da parte di un coalizione apeggiata da Riad, maggiore cliente di armi occidentale. Il Bis-Conte metterà ancora la testa sotto la sabbia? Ecco chi siamo, non intendo solo gli italiani, noi europei, quelli che si beano di impartire, insieme agli americani, lezioni di democrazia. Nel 2017, secondo i dati della Ue, i Paesi europei hanno esportato 22 miliardi di euro di armi in Arabia Saudita ed Emirati per fare la guerra in Yemen. Non solo: per aggirare l’embargo all’export verso i Paesi in guerra, i grandi gruppi di armamenti europei aprono fabbriche a Riad e Abu Dhabi. Questo è il volto cinico dell’Europa, un incolmabile “spread” tra la retorica sui diritti umani e i fatti.Con la Rvm tedesca di base in Sardegna, l’Italia esporta bombe in Arabia Saudita per i raid in Yemen. Il governo di prima non ha fatto una piega, immagino che questo esecutivo molto simile e con lo stesso presidente del Consiglio _ stavolta con il bollino della “sinistra” _ continui sulla stessa strada.I nostri governi di solito si trincerano cavillando che in Yemen non c’è una guerra dichiarata, altrimenti ci sarebbe il divieto di export. In realtà non è vero perché sappiamo benissimo che in Yemen è in corso un conflitto dal 2015 da parte di un coalizione araba capeggiata da Riad, il maggiore cliente di armi americano e occidentale.Saremo felici di essere smentiti da questo nuovo governo, visto che in Yemen su 30 milioni di abitanti, 24 milioni di necessitano di assistenza e 14 milioni sono in stato di assoluta emergenza, in grande penuria di acqua e di cibo, con 5 milioni di profughi senza una casa.A questa gente disperata, dopo quatto anni di un conflitto, che secondo alcune stime ha fatto 90mila morti, noi invece di mandare aiuti spediamo bombe scaricate da sauditi ed Emirati _ per altro adesso anche in conflitto tra loro _ che non riescono a vincere la battaglia contro i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran.Ma c’è dell’altro. Gli Stati Uniti ci chiedono di fare più bombe per i sauditi da rovesciare sui civili in Yemen ma ci impongono di non commerciare con l’Iran. Nel primo caso avremo la nostra fetta di utili e posti di lavoro. Rassicurando Riad e Israele. Nel secondo, se osiamo esportare verso Teheran anche un paio di scarpe, finiremo sotto sanzioni Usa, irritando gli occhiuti servizi americani e israeliani. Chi sbaglia paga. Neppure l’Europa per altro è riuscita per ora ad aggirare le sanzioni americane e l’embargo sul petrolio iraniano, nonostante Macron abbia ricevuto il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif al G-7 di Biarrizt e abbia anche inviato una delegazione a Teheran. Ricordiamo che Trump ha di nuovo imposto sanzioni agli iraniani stracciando l’accordo sul nucleare, un trattato internazionale che tutti _ tranne gli americani, i sauditi e gli israeliani _ vorrebbero rispettare.Chissà se il Bis-Conte avrà tempo per interessarsi a questi argomenti, visto che per noi ci sono risvolti economici. Nel 2015 l’Iran firmò con l’Italia un memorandum per commesse da 30 miliardi di euro, quasi il valore di una finanziaria, mentre oggi con le sanzioni l’export italiano verso Teheran è crollato a meno della metà in un anno. Insediando una modesta banca solo in euro, per evitare ritorsioni Usa, potremmo riprendere il nostro export e magari smarcarci anche dal solito patronato europeo.Intanto non sarebbe male, da parte italiana ed europea, fermare l’export di bombe ai sauditi che ovviamente troveranno il modo di farsele produrre in casa dalle società occidentali. Gli americani che sanzionano sempre gli iraniani mai hanno il coraggio di farlo con i sauditi, un doppio standard irritante. Tra l’altro il prossimo G-20 sarà sotto presidenza del principe ereditario Mohammed bin Salman, mandante dell’assassinio del giornalista Jamaal Khashoggi, come dicono anche le stesse indagini della Cia. A questo proposito c’è una notizia interessante: è scomparso Saud Al Qahtani, stretto collaboratore del principe Mohammad Bin Salman e secondo molti coinvolto nell’omicidio di Khashoggi. Di lui _ che un tempo appariva con frequenza in pubblico _ non si è avuta più notizia. E aumentano le probabilità che abbia fatto una brutta fine, utilizzato da Riad come capro espiatorio del delitto Khashoggi. E’ così che fanno i bravi ragazzi.