DI MAIO E IL SUO CARNEFICE DI NOME MATTEO

DI MAIO E IL SUO CARNEFICE DI NOME MATTEO

Non vorrei essere nei panni di Luigi Di Maio. Obbligato, da adesso in poi, a sedersi al tavolo con l’odiato nemico. Le rassicurazioni del bullo rignanese, che ieri a Porta a Porta sprizzava arroganza e saccenteria da tutti i pori, sul fatto che per il governo non cambia niente, sono promesse da marinaio. O da boy-scout, come ama definirsi, con lo zainetto sulle spalle colmo di meraviglie per l’Italia del futuro. La stessa che ha mandato gambe all’aria quando aveva il massimo del consenso. Ne è valsa la pena, caro Luigi, farsi stritolare dal Matteo leghista prima e poi cadere tra le grinfie del Matteo ex Pd? A nessuno è dato sapere di che morte deve morire.La tua, di morte, politicamente parlando, s’intendenon è solo certa ma certissima. Ed ha un nome ben preciso: Matteo. Non si sa come e quando. Si conosce solo il volto del vecchio con la falce. Al momento mascherato da un sorriso. Beffardo