TERZA CORSIA? PER LA PIANA MEGLIO L’AUTOSTRADA PER LE API

Cosa dire ad un politico che si propone alla prossima tornata elettorale per la guida della regione Toscana ( e della Piana) offrendo ai suoi elettori un futuro gonfio all’inverosimile di nuove Grandi Opere fatte di colate di cemento, fumi, polveri ed un gran dispendio di soldi pubblici.Cosa raccontare a chi può mancare di sogni ed utopie possibili ed invece propone per i prossimi anni una crescita irresponsabile fatta di nuove corsie autostradali ed un aeroporto inquinante, inutile e dannoso? E mentre questo politico si farà forte delle sue concretezze, ci racconterà, ci offrirà il vecchio mascherato da nuovo, il mondo, il resto d’Europa offrirà nuove soluzioni.E non lo farà solo dietro lo stimolo di Greta, di milioni di ragazzi, o delle mirabile parole presenti nella Laudato Sì di Francesco. E coraggiosamente qualcuno azzarderà nuovi progetti, offrirà non miraggi irraggiungibili ma la possibilità di prendere esempio da quanti già hanno messo al centro una nuova qualità di vita.Un mondo in cui ambiente e persone possono ritrovare una nuova compenetrazione di vivibilità ed armonia. Un esempio semplice che potrà sembrare particolare, ma solo agli osservatori più distratti, a quel politico così concreto, invece arriva, per esempio, da una più accorta attenzioni verso quegli insetti sociali che si fanno portatori di nuova vita e di resistenza alla distruzione della natura.Fra questi le api sono sono quelli più minacciati dagli effetti combinati dei cambiamenti climatici, dell’agricoltura intensiva, dell’uso di pesticidi, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. Dalla perdita di memoria del loro valore da parte dell’uomo “moderno”. Lo evidenzia non qualche movimento verde, non qualche associazione di irriducibili protezionisti ma un organismo internazionale come la Fao, che ci ricorda di continuo quanto sia necessario che i paesi adottino politiche e sistemi alimentari più sostenibili e attenti agli impollinatori, come sono appunto le api.E su questa posizione, ormai già da qualche anno, ci sono alcuni paesi europei che si stanno attivando per realizzare delle vere e proprie “autostrade per le api” che consentano alla natura di riconquistare città e periferie dal grigiore e dall’asfissia.La prima città è stata Oslo che nel 2016 ha creato un percorso cittadino costellato di fiori e piante per nutrire gli insetti e assorbire la CO2 con aree di ristoro ogni 250 metri per api e calabroni.Questo mentre la Piana offre ai suoi elettori il sogno ed il miraggio di decine di fumosissimi e rumorosissimi nuovi aerei che dopo averla conquistata la sorvolino, la usino come pista per decollare ed atterrare.Mentre si offrono le nostre città al traffico di auto.Raddoppiando, triplicando la capacità entrare al loro interno senza alcun criterio se non quello di ammassare le persone al centro. Ecco perché di fronte a quei concreti, efficienti e calcolatori statisti che bramano il nostro voto, il nostro semplice e modesto voto, non possiamo che rivolgere un appello a farsi parte del territorio in cui anche loro vivono. Avendo ben chiaro che il progresso a cui è davvero lecito aspirare è ben lontano dalle colate di cemento così care ai loro amici.Avendo presente che il motto di quel grande pensatore ch’è stato Alex Langer oggi più che mai pare vero.Che quel “Lentius, profundius, suavius” che solo ieri parevano una eresia, oggi sono ormai l’unica via di uscita.Che quel rovesciamento che Alex Langer operava del noto motto olimpico può esser la soluzione possibile alla distruzione di quel poco che ci rimane.Langer e ce lo siamo detti più volte aveva capito che più velocemente, con più forza e più lontano, non si sarebbe andato proprio da nessuna parte. Mentre lavorando sulle cose più a fondo, più lentamente, con nuove sensibilità e con più delicatezza si può ritrovare il senso ad un mondo che vive ormai sull’orlo di una nuova apocalisse delle coscienze e dalla natura Ma certo una autostrada delle api chi potrebbe mai raccontarla a Nardella?Chi potrebbe mai spiegargli che certi “impollinatori” fanno il loro mestiere gratuitamente?