IL 2 OTTOBRE 1935 NASCEVA OMAR ENRIQUE SIVORI “EL CABEZON”

IL 2 OTTOBRE 1935 NASCEVA OMAR ENRIQUE SIVORI “EL CABEZON”

Oggi è doveroso ricordare e celebrare la nascita di un grande del calcio, uno dei più grandi: Omar Enrique Sivori. Sivori nacque a San Nicolas de los Arroyos in Argentina il 2 Ottobre 1935. La sua carriera di grande calciatore è un libro da scrivere, una vita da globetrotter, per parafrasare Vasco Rossi: “una vita spericolata” in quel contesto però perché poi fuori era piuttosto taciturno e a volte scontroso, ma era veramente una brava persona.Prima di Maradona fu definitoel pibe de oro, poiel Cabezonper la folta capigliatura,il grande zurdo(il grande mancino) ma a Napoli ancheManolete, famoso torero, per le sue finte che lasciavano sul posto gli avversari. Famoso il suo tunnel che lui ripeteva più volte irridendo il malcapitato avversario, ma per la verità lo faceva spesso ai difensori che picchiavano duro per fermarlo.In Argentina vestì la maglia del River Plate e con laseleccionArgentina vinse la Copa America. Formò il famoso trio degli“angeli dalla faccia sporca”con Angelillo e Maschio, trio che si ricompose anni dopo nella Nazionale Italiana.  Poi arrivò a Torino alla Juve, alla corte di Gianni Agnelli, l’avvocato, che disse di lui:“ Sívori è più di un fuoriclasse. Per chi ama il calcio è un vizio”. Nel suo palmares raccolse, tra River Plate e Juventus, 6 titoli nazionali e 2 coppe nazionali e vestì, dopo quella Argentina anche la maglia della Nazionale Italiana. Vinse un Pallone d’oro nel 1957, titolo allora destinato solo agli europei, lo favorì la sua ottenuta cittadinanza italiana.Dopo la Juventus, che lasciò per dissidi con il tecnico paraguaiano Heriberto Herrera, approdò al Napoli che subito lo proclamò re della città. Il mio ricordo personale è legato alla prima gara di Omar contro la sua Juve al San Paolo, gara vinta dagli azzurri per 1 a 0 con un gol di Josè Altafini, gol che il brasiliano gli aveva promesso prima della gara. Quel giorno, 7 Febbraio 1966, Omar si prese la sua rivincita contro quel tecnico che lo aveva considerato vecchio ma soprattutto inutile per il suo tipo di gioco. Durante la partita Sivori si avvicinò varie volte alla panchina della Juventus gettando occhiate di provocazione verso Herrera, altre volte lanciò la palla in modo violento verso la panchina bianconera. Alla fine della gara poi fu molto difficile trattenerlo, intenzionato come era ad aggredire il tecnico paraguaiano della Juve.La sua avventura a Napoli, e con il calcio, terminò proprio contro la Juventus l’1 Dicembre 1968. Sivori reagì in modo violento all’ennesimo fallo su di lui, questa volta fu Favalli a colpirlo, l’incidente provocò una rissa che costò all’italo argentino sei giornate di squalifica che non scontò mai perché dopo il fattaccio decise di lasciare il calcio giocato.L’ho incontrai anni dopo, lui opinionista della Domenica sportiva di Tito Stagno, ed io capo ricevimento in un hotel di Milano, nacque subito un’amicizia. Lui mi ripeteva che uno dei suoi più grandi rimpianti fu quello di non essere riuscito a ricambiare l’amore del tifo napoletano con uno scudetto. Il 12 Maggio 1987, ci incontrammo nella hall dell’albergo e ci abbracciammo: il Napoli di Maradona aveva vinto il suo primo storico scudetto proprio grazie ad un altro argentino, un altro pibe de oro, Diego Armando Maradona e lui ne era felice. Lo ritrovai ancora altre volte a Napoli dove lui si recava sempre volentieri ed insieme si parlava di calcio e del Napoli.Purtroppo improvvisamente la sua salute precipitò e ci ha lasciò il 17 Febbraio 2005 dopo una lunga e penosa malattia. Si può dire senza dubbio che Sivori è stato uno dei più grandi calciatori della storia del calcio. Indimenticabile e indimenticato artista del pallone, Buon Compleanno Omar.