SERIE A: MILAN ALL’ INFERNO E RITORNO. SOTTO A GENOVA, RIMONTA E VINCE

SERIE A:  MILAN ALL’ INFERNO E RITORNO. SOTTO A GENOVA, RIMONTA E VINCE

I rossoneri ribaltano il vantaggio di Schone con Hernandez e l’ivoriano su rigore.Nel recupero Reina para un rigore allo stesso Schone. Vince il Milan che nell’anticipo della 7.a giornata di Serie A batte 1-2 in rimonta il Genoa, mettendo fine a una serie di tre sconfitte consecutive.Rossoneri sotto nel primo tempo per una papera di Reina su calcio di punizione di Schone al 41′.Reazione nella ripresa con gli ingressi di Paquetà e Leao; il brasiliano manda in porta Hernandez per l’1-1 e il portoghese guadagna il rigore segnato da Kessie.Al 93′ Reina para un rigore alo stesso Shone. Gianpaolo vive 45 minuti di incubo, va all’inferno, ma trova nella ripresa i cambi giusti ( fuori Calhanoglu e Piatek, per Hernadez e Paqueta’ ) per ribaltare la gara, vincere e arrivare alla sosta con un po’ di serenità.Altrettanto non può dire Andreaazzoli, che con la sconfitta odierna, difficilemte troveremo, dopo la sosta, sulla panchina rossoblu. Croce e delizia.Un modo di dire che calza a pennello sulla partita del Ferraris tra Genoa e Milan.Una sfida strana, infinita e dalle molteplici facce di una stessa medaglia mai nemmeno troppo chiara nel suo viaggio di quasi 100 minuti. Vince il Milan 2-1, lo fa in rimonta e con un lampo di qualche minuto a inizio ripresa; la perde il Genoa, in controllo totale per tutto il primo tempo e autolesionista a inizio ripresa con due ingenuità pagate a caro prezzo. Croce e delizia a tempi invertiti, come la storia Reina-Schone tutta a favore del centrocampista nel primo tempo e clamorosamente – e in maniera decisiva – per il rossonero nel recupero.Se Andreazzoli rischia ancora di più il proprio posto, Giampaolo non può stare tranquillo: fino al fischio finale il suo posto sull’autobus di ritorno a Milano non era così sicuro. Sul campo è successo tutto e il contrario di tutto con una partita che ha messo in mostra chiaramente tutti i limiti, più che i pregi, delle due squadre. Nel primo tempo il Genoa senza strafare ha tenuto in mano il comando del gioco, aggredendo il centrocampo di Giampaolo e giocando in profondità con gli esterni e Kouamé. Al resto ha pensato la difesa alta di Giampaolo, spesso infilata e salvata da Reina prima su Lerager e poi su Ghiglione. Il Milan lento, impacciato, senza possesso palla e confusionario è stato messo all’angolo ed è caduto al 41′ con una punizione velenosa di Schone lasciata passare da Reina con la più classica delle papere. Nella ripresa Giampaolo ha mandato subito in campo Paquetà e Rafael Leao: tecnica unita a velocità e voglia di riscatto e l’audacia, se così si può chiamare, è stata ripagata con sei minuti di fuoco.Tanto è passato dal pareggio di Hernandez, lanciato furbescamente dal brasiliano con una punizione battuta rapidamente che ha trovato impreparata la retroguardia di Andreazzoli, in particolare il portiere Radu, al rigore causato da Biraschi (espulso) con un tocco di mano su Leao in area, e trasformato da Kessie. Una fiammata da tre punti, da boccata d’ossigeno per Giampaolo ma senza sollievo. Con l’uomo in più per venti minuti, fino all’espulsione ingenua di Calabria (la seconda in campionato), i rossoneri hanno sfiorato il gol solo in un’altra occasione con Rafael Leao, scoprendosi invece alle incursioni di Kouamé e Favilli sugli esterni fino al finale da film Western.In pieno recupero Reina atterra Kouamé fallosamente per l’arbitro, Mariani indica il dischetto, ma in realtà abbocca al tuffo dell’attaccante, il Var Mazzoleni lo asseconda nella sua topica, e il rigore viene confermato: assurdo.Ma la vendetta del portiere spagnolo su Schone si compie nel più crudele dei duelli: parata, tre punti e sì, sospiro di sollievo rossonero.