RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI, LEGGE APPROVATA MA I DUBBI RESTANO

RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI, LEGGE APPROVATA MA I DUBBI RESTANO

E fu’ il giorno dell’approvazione per la legge sulla riduzione del numero dei parlamentari. Colpisce, ma non deve stupire, il fatto che vi sia stata un’approvazione trasversale, da molti enfatizzata come plebiscitaria. Tutti contenti e felici, anche se non è dato sapere il vero motivo.La realtà parla da sola; è una conditio sine qua non, posta fin dall’inizio dai 5Stelle, non si può obbiettare su questo. La strada per gli alleati di governo era per certi versi obbligata. Da una parte la rinuncia e la resa di fronte all’arroganza salviniana (visto che i Pentastellati legavano l’approvazione del “taglio” alla sopravvivenza dell’esecutivo stesso, ndr) o la sua approvazione subordinata al tentativo di costruire un sistema di pesi e contrappesi che riportassero in equilibrio un provvedimento che mostrava tutta la sua dirompente compressione della rappresentanza parlamentare. Ci chiediamo perché scegliere una via tortuosa e assai rischiosa per operare cambiamenti sia pur giusti. Perché mettere a rischio l’impalcatura democratica con la sua architettura di rappresentanza parlamentare eletta e votata dagli stessi cittadini.Esperti e giuristi non hanno incertezze nel ritenere che, riducendo il numero di parlamentari diminuisce la rappresentanza degli elettori, rendendo i gruppi parlamentari più deboli e facilmente controllabili da leader e segretari.La scure del populismo si è abbattuta sugli italiani a cui è stato venduto un prodotto non corrispondente alla sua vera funzionalità.Il risparmio è irrisorio, una bufala facilmente dimostrabile. Se si voleva colpire la casta è stata scelta la via opposta, visto che potrebbe invece funzionare da vero e proprio incentivo per la nascita di esecutivi forti e molto piu’ autonomi, che però scaveranno un solco sempre più grande tra la politica e gli stessi cittadini. E’ impossibile non condividere la preoccupazione dell’ANPI, che addirittura esprime unFORTE DISSENSOriguardo a l’approvazione di questa legge. Una risoluzione che non porta quel tanto decantato risparmio affermato dallo stesso Di Maio.Il “guadagno” per i cittadini può essere quantificato nell’ordine di pochi spiccioli, non oltre. Il danno maggiore viene fatto invece nei confronti degli Eletti, di chi è stato votato per rappresentare gli stessi cittadini; come se Questi non fossero degni di rappresentare quella collettività che si è espressa in loro favore. E’ bene chiarire che questa non è una posizione di parte ma il riassunto in poche righe, di ciò che hanno espresso nelle loro dichiarazioni di voto gli stessi Parlamentari presenti in Aula. “Voteremo a favore ma…”, e giù riflessioni negative sulla bontà della legge che sarebbe stata di lì a poco approvata. Dalla destra alla sinistra, fino al centro, non c’è stato uno che non abbia fatto dei distinguo, dichiarando i suoi PERO’! Lo stesso Roberto Giachetti, esponente di spicco delle truppe renziane, afferma il suo “attaccamento alla maglia, la sua fedeltà nel votare SI’ alla legge SALVO POI dichiarare che ha già pronta la proposta di Referendum per renderla successivamente inapplicabile. Se si vuole combattere veramente lo spreco di danaro pubblico si dovrebbero individuare le voci che veramente CONTANO e INCIDONO in questo senso. La quasi totalità delle Forze politiche non nega affatto che il risparmio proveniente dal taglio di parlamentari e senatori non sia il motivo principale di questa legiferazione. Logico quindi che sia stato fatto ricorso ad una sorta di POPULISMO condiviso (chi si sfilava si esponeva al rischio di impopolarità, ndr) per illudere gli italiani. Per il momento non può che risultare come un prodotto contraffatto che è stato venduto agli Italiani, niente di più’. Un prodotto che la grossa parte delle Forze politiche della maggioranza ha votato con l’intenzione di correre al più’ presto ai ripari per bilanciare il mancato equilibrio venutosi a creare. Inizia da questo momento una battaglia costituzionale che non può non esser fatta se non vogliamo che, da paese con il più alto numero di parlamentari per cittadino, l’Italia diventi il grande paese europeo con il Parlamento più piccolo in proporzione alla popolazione, ovvero, un parlamentare ogni 151 mila abitanti, contro uno ogni circa 100-110 mila di Regno Unito, Francia e Germania. No, non siamo bastian contrari, quanto semmai testimoni di una realtà non interpretabile se non nella sua palese veridicità. Comprendiamo perciò le preoccupazioni della stessa ANPI, sperando soltanto che la strada annunciata con riforme, contrappesi e misure di riequilibrio, venga veramente portata in fondo. Resta l’inquietante interrogativo sul perché sia stata scelta la via più’ tortuosa.