POTERE AL POPOLO. IL SOGNO DELLA SINISTRA

POTERE AL POPOLO. IL SOGNO DELLA SINISTRA

Campagna elettorale 2018. Tra una selva di simboli, noti e meno noti e tante troppe parole, già sentite, nuove ma polverose, inutili, spunta un neonato che emette vagiti che arrivano diretti e veri. Eppure è una piccola realtà, nata ufficialmente il 17 dicembre, ma la prima assemblea è del 18 novembre. Mentre le parole dei partiti conclamati si fanno sempre più concitate, contraddittorie, inadeguate, i ragazzi del centro sociale napoletano “Je so pazzo” urlano “Potere al popolo!” con una stellina rossa che richiama la storia. Finalmente qualcosa di nuovo si muove a sinistra. I ragazzi di Napoli si sono ispirati al Partito laburista di Jeremy Corbyn, hanno ricevuto l’appoggio di Melenchòn in Francia e di Alberto Garzòn di Izquierda Unida, con pochissimi punti del programma, solo 15, ma quelli giusti, quelli che rappresentano da sempre la forza della sinistra. Molte le sigle che appoggiano la lista popolare: Lotta di classe, sindacalismo di base, lavoratori dei call center, precari, movimenti antagonisti e no-tav. Si muovono, in Italia e all’estero, organizzano centinaia di assemblee pubbliche, 150 in 150 città diverse. Nel loro sito, multilingue, si legge il manifesto: “Siamo le giovani e i giovani che lavorano a nero, precari, per 800 euro al mese perché ne hanno bisogno, che spesso emigrano per trovare di meglio. Siamo lavoratori e lavoratrici sottoposte ogni giorno a ricatti sempre più pesanti e offensivi per la nostra dignità. Siamo disoccupate, cassaintegrate, esodati. Siamo i pensionati che campano con poco anche se hanno faticato una vita e ora non vedono prospettive per i loro figli. Siamo le donne che lottano contro la violenza maschilie, il patriarcato, le disparità di salario a parità di lavoro. Siamo le persone LGBT discriminate sul lavoro e dalle istituzioni. Siamo pendolari, abitanti delle periferie che lottano con il trasporto pubblico inefficiente e la mancanza di servizi. I malati che aspettano mesi per una visita nella sanità pubblica, perché quella privata non possono permettersela. Gli studenti con le scuole a pezzi a cui questo paese nega un futuro. Siamo le lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza del paese. Ma siamo anche quelli che non cedono alla disperazione e alla rassegnazione, che non sopportano di vivere in un’Italia sempre più incattivita, triste, impoverita e ingiusta. Ci impegniamo ogni giorno, organizzandoci in comitati, associazioni, centri sociali, partiti e sindacati, nei quartieri, nelle piazze o sui posti di lavoro, per contrastare la disumanità dei nostri tempi, il cinismo del profitto e della rendita, le discriminazioni di ogni tipo, lo svuotamento della democrazia”. Giovani, arrabbiati e ben organizzati! Il programma si rifà alla lotta al capitalismo con il volto barbaro del neoliberismo. Cercano di costruire un’alternativa alle politiche corrose dalla corruzione, dall’oppressione e dall’ingiustizia. Dalle parole vuote. La loro portavoce, Viola Carofalo, napoletana, classe 1980, assegnista di ricerca, si è imposta all’attenzione dei media. Laureata in filosofia contemporanea, si è sempre mantenuta con lavoretti vari. È stata scelta come portavoce perché “incarna una serie di contraddizioni del Paese” come lei stessa ha detto in una intervista rilasciata a Alessandro Faggiano. L’ideologia comune è la sinistra radicale nella teoria e nella pratica quotidiana. Viola Carofalo e Potere al Popolo! sono molto attenti a cercare punti di unione con altre realtà europee e principalmente si rifanno alla visione europea di Melanchòn, quindi la redistribuzione della ricchezza, una revisione del fiscal compact e delle imposizioni in campo economico europeo. Se entreranno in Parlamento non faranno nessuna alleanza, tanto meno che il Pd e Liberi e Uguali, responsabili di aver distrutto la classe operaia. Vogliono essere al fianco dei poveri e dei lavoratori. E poi Viola Carofalo ha chiaro che Potere al Popolo! è popolare in aperto contrasto con i populisti. La sfida in corso ora è la raccolta delle firme per presentarsi alle elezioni del 4 marzo.