MES, VERTICE A PALAZZO CHIGI. LA UE: “L’ITALIA NON È SOTTO TUTELA”

Il Vertice di maggioranza si è tenuto oggi dopo le proteste avanzate da Matteo Salvini sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes),E voluto per fare chiarezza anche dal M5s sulla decisione positiva dell’Italia sulla revisione del Fondo salva Stati. Non si e tuttavia arrivati ad alcuna soluzione, sebbene la seduta sia durata circa 2 ore.In un primo commento Luigi Marattin, deputato di Italia Viva ha detto “Continuiamo a ragionare” precisando comunque che la discussione è stata positiva e che ci saranno ulteriori approfondimenti tecnici.Dopo l’incontro nella capitale tra Pierre Moscovici, il commissario Ue agli Affari economici e il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, c’è stata la rassicurazione di Moscovici: “Nessuno ha voluto mettere l’Italia sotto tutela” con la riforma del Mes, “credo sia una riforma accettabile e vantaggiosa per l’Italia”. Sul tema del Mes c’è una divisione tra i partiti della maggioranza, che vede contrari M5 e Leu e favorevoli alla riforma Pd e Italia Viva.Da Gualtieri (Pd) arriva forte la convinzione sulla riforma del Mes, in prosecuzione con quanto lo scorso giugno venne deciso dall’eurogruppo.È un processo che agevola la stabilizzazione dell’area euro senza implicazioni di ristrutturare preventivamente il debito per accedere al sostegno finanziario.Il M5s e Leu affermano che questa possibilità già esiste tale da costituire il rischio di una sorta di ‘commissariamento’ dello Stato. Inoltre, ammoniscono che l’Italia potrebbe finire in un’area finanziaria di serie B. Entrambi i gruppi hanno chiesto al governo di non sottoscrivere questa riforma, per la quale la firma è prevista per dicembre. Insomma non mancano i dissapori nella maggioranza, tanto da non raggiungere un accordo unitario, ma le dinamiche e le linee da seguire sono in via di sviluppo, resta l’ottimismo per l’ntesa, che sarà poi ratificata in Parlamento. M5s e leu chiedono che la discussione abbia il vaglio anche del Parlamento. Gualtieri ha poi ricordato agli astanti che sembra quasi paradossale che lui debba difendere, senza remore, un accordo che in fondo non è stato lui a sottoscrivere. Ma invece è stato firmato da chi adesso muove accuse. Una postilla atta a evidenziare che Matteo Salvini, oggi parla di “tradimento”. Oltre a Gualtieri e Conte, andato via prima per incontrare Moscovici, al vertice erano presenti il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il capo delegazione del Pd e ministro della Cultura Dario Franceschini, il ministro degli Affari Ue Enzo Amendola, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà. Per Italia Viva era presente Marattin. E Fassina per Leu. Salvini a Unomattina ribadisce la posizione della Lega spiegando: “Abbiamo sempre detto no. Sono pronto a un confronto tv con Conte sul Mes, se viene qui fa la figura del bugiardo o dello smemorato, sono pronto quando vuole”. E rinnovando la parola tradimento “Non vorrei che Conte avesse venduto la nostra sovranità per tenersi la poltrona. Se così fosse, sarebbe alto tradimento e, in pace o in guerra, è un reato punibile con la galera”. Il 27 novembre riferirà in Senato Il ministro Gualtieri, mentre il 10 dicembre sarà la volta di Conte.