SALVIAMO TARANTO E CHI CI VIVE

SALVIAMO TARANTO E CHI CI VIVE

In questi giorni non sono riuscita a scrivere su una questione che mi addolora molto come ILVA, la maggiore acciaieria del nostro Paese che si trova a pochi km anche dalle terre dove sono nata e cresciuta, a Taranto.Il punto è proprio Taranto, molto più di Arcelor Mittal a cui di Taranto naturalmente interessa meno di zero, come sta dimostrando in queste ore.Taranto è una città bellissima, con una storia straordinaria, una cultura meticcia e profonda, un sapere diffuso. Ma questo chi lo sa e chi lo dice? Il punto per tanti è ILVA. Di sicuro lo è per i turisti, che affollano la mia terra, il Salento, arrivano a lambire le spiagge della provincia ma non si azzardano a riempire Taranto, nonostante il Castello Aragonese, il MarTa, la Cattedrale di San Cataldo e la Concattedrale di Giò Ponti. Lo è anche per molti di voi, ne sono sicura. Ed evidentemente lo è per i politici che a Roma pensano di sapere cosa è meglio per Taranto. Io su un affare così complesso, che mette ancora una volta e a ridosso del 2020, una popolazione sotto ricatto, il ricatto di scegliere tra lavoro e vita, non do giudizi né ho soluzioni semplici. Dico solo che non possiamo più rimandare l’idea che ILVA e il suo danno ambientale debbano essere un problema di tutta Italia, non solo di Taranto. Perché di ILVA si muore e a Taranto c’è tanta vita da proteggere. Dunque, basta superficialità e improvvisazione, chi da prima di andare al governo nel 2018 pensava fosse semplice, ammetta di non aver saputo gestire una crisi complessa e che AM è già scappato, grazie agli errori fatti e all’idea che cambiano i governi ma i colossi dell’acciaio rimangono gli stessi sfruttatori spregiudicati e tagliatori di testa. Facciamo la valutazione di impatto ambientale, chiamiamo a Taranto i migliori, perché Taranto lo merita, dopodiché continuiamo a produrre senza inquinare. Sono sicura che nel 2019 sia possibile e che i risparmi di un’azienda non possano essere ulteriori spese per lo stato. E le malattie e le morti e i giovani che fuggono al sud non si sa quante ILVA comprerebbero. Per favore, siamo seri, facciamo i conti bene una volta per tutte e salviamo Taranto, prima Taranto e chi ci vive.