MACCHIAVELLI E NOI: IL CONFLITTO TRA CAPITALE E LAVORO E L’IDEOLOGIA SOCIALISTA POPOLARE

MACCHIAVELLI E NOI: IL CONFLITTO TRA CAPITALE E LAVORO E L’IDEOLOGIA SOCIALISTA POPOLARE

Dice il filosofo Michele Ciliberto su “Il Venerdi” di Repubblica di questa settimana che di Machiavelli “si deve capire dove la sua riflessione è ancora attuale. Per esempio nella centralità che attribuisce al conflitto, che non distrugge affatto gli Stati ma è al contrario condizione di libertà. E poi nel valore dell’ideologia visto che non si dà uno Stato senza religione, in Machiavelli intesa non necessariamente come fede religiosa”. Chi vuole saperne di più può leggere il saggio di Michele Ciliberto: “Niccoló Machiavelli” (Laterza). Provo a tradurre in politica le affermazioni di Michele Ciliberto, assumendomene ovviamente ed esclusivamente tutta la responsabilità. Io penso che si possa dire così: – non c’è nessuna prospettiva per la sinistra e per il PD se si continua a pensare ad un generico interclassismo e progressismo svincolato dal conflitto tra capitale e lavoro, perché in questo caso i perdenti, le classi lavoratrici, i ceti popolari, si ribelleranno credendo che le risposte ai propri problemi potranno averle dai reazionari che propongono il ritorno indietro, al nazionalismo, alla chiusura xenofoba e alla regressione. Il PD, tra capitale e lavoro, deve scegliere veramente di stare dalla parte delle classi lavoratrici, contribuire ad organizzare la forza del conflitto democratico con il capitale e rappresentarne gli interessi nelle sedi istituzionali facendo in modo che si trovino soluzioni di compromesso promuovendo patti produttivi e progressivi tra le forze sociali; – non può esistere a lungo, né crescere e svilupparsi, un’organizzazione politica, come il PD, basata soltanto su un generico richiamo alla democrazia, che certamente è un valore fondamentale e universale ma non sufficiente a definire un adeguato profilo culturale e ideologico. Gli ideali e i principi del socialismo e del popolarismo cattolico, possono, pur nelle differenze, costituire una solida base per non cadere nel pragmatismo dominato dal presente e avanzare una critica del capitalismo in grado di prospettare un cambiamento profondo della realtà economica e sociale. Io penso che abbiamo bisogno di un partito democratico sociale e popolare. Machiavelli, ne “I Discorsi”, diceva infatti che quando gli ordini e le “religioni” degradano e si rovinano, come è capitato a noi in questi tempi, per potersi rifondare è necessario ritirarli e ricondurli ai princìpi e alle ragioni delle origini.