UCCIDI IL CUCCIOLO, SARAI AFFIDABILE

UCCIDI IL CUCCIOLO, SARAI AFFIDABILE

Narrano, alcune voci di storici ed addetti ai lavori, che certi corpi militari prevedevano, per l’addestramento delle reclute, un percorso particolarmente impegnativo, sia a livello mentale che fisico. All’inizio del corso  inoltre, veniva consegnato ad ogni nuovo elemento, un cucciolo di cane, con cui dovevano condividere tempo, cibo e fatiche. L’addestramento, sempre secondo gli storici, durava un mese, ed al termine veniva richiesto un gesto particolare, per dimostrare la fedeltà e l’affidabilità della persona: uccidere il cucciolo. Non era una semplice richiesta ovviamente, perché chi non eseguiva l’ordine veniva ucciso, in quanto non affidabile, perché, nella logica perversa e crudele degli istruttori, bisognava forgiare elementi in grado, in caso di pericolo, di abbandonare compagni feriti oppure in difficoltà. L’affidabilità data dalla capacità di abbandonare chi è in difficoltà, la forza di pensare a se stessi senza curarsi degli altri. Sembra crudeltà inverosimile, ma a ben guardare cosa accade nel mondo, molto spesso si compiono atti privi di umanità senza considerare le vittime delle nostre azioni, dai bombardamenti indiscriminati ai genocidi tribali, senza tralasciare le popolazioni affamate eppure incentivate a figliare in nome di divinità e religioni diffuse quanto le lacrime di coccodrillo ed il pentimento postumo. Per tornare al concetto di crudeltà poi,  come non citare chi i cani li serve nei ristoranti? Tutti pronti a lanciare strali e maledizioni, ma poi le stesse persone vanno a chiedere al contadino il capretto per Pasqua, e che sia giovane, altrimenti la carne è dura. Viviamo in un mondo di contraddizioni, di pulpiti dal facile accesso, e persone come Greta diventano zimbelli per i cinici convinti di sapere come gira il mondo. Ma il mondo, questo mondo dai cieli azzurri e dai mari di plastica, continua a girare, nonostante i nostri sforzi per renderlo arido, sia a livello fisico e sia a livello morale. Non è un caso che si verifichino ciclicamente rigurgiti di spiritualità, la tanto auspicata e cantata Era dell’Acquario non si è ancora verificata eppure per alcuni è già terminata, sotto montagne di patatine fritte e di accessori per la telefonia. Uno screen saver globale ci convincerà che va tutto bene, l’importante è salvare le banche ed i banchieri, spostando le automobili usate e da demolire di paese in paese, finchè il più povero diverrà pattumiera, ma non si troveranno juke box degli anni 50 da ricomprare e riciclare, bensì oli esausti e componenti di computer cannibalizzati. La generazione 2.0 è già antichità, ed i millenials dovranno presto cedere il passo, nel segno del cambiamento sempre più rapido. Anche la memoria non ha più la stessa valenza, e se appena 20 anni fa ancora si ricordavano i ragazzi del ’99 immolati sui confini di un Piave mormorante, i nuovi martiri hanno il volto di giornalisti e volontari umanitari sacrificati ai confini di un benessere illusorio, gli status symbols a disposizione di chiunque, purchè si sia disposti a non vedere, non sapere. Abbiamo anche scardinato i miti necessari a non patire la certezza di una esistenza senza scopo, anche il lato oscuro della luna è stato illuminato, e chi crede in un qualche contatto alieno non vuole contatti reali ma solamente virtuali, un appiattimento sociale che ri rispecchia nell’appiattimento del pianeta terra, per provare a cercare il bordo del nostro pianeta, da cui osservare cosa accade in paradiso, perché l’inferno sembra fin troppo noto. Uccidi il cucciolo e sarai affidabile, ma a quanto sembra abbiamo ormai imparato tutti a portare avanti la nostra sopravvivenza, ed il cucciolo continuerà ad abbaiare, almeno finchè dureranno le batterie, oppure non uscirà un nuovo modello.