PIPPO FAVA, PIERSANTI MATTARELLA, PIO LA TORRE. STORIA DI TRE UOMINI CORAGGIOSI MORTI COMBATTENDO LA CRIMINALITÀ

PIPPO FAVA, PIERSANTI MATTARELLA, PIO LA TORRE. STORIA DI TRE UOMINI CORAGGIOSI MORTI COMBATTENDO LA CRIMINALITÀ

Ieri era l’anniversario della morte di Pippo Fava, ucciso dalla mafia 34 anni fa mentre andava a prendere la nipotina che aveva una recita a teatro. La sua colpa era quella di aver scavato troppo a fondo con le sue inchieste, di essersi avvicinato pericolosamente a troppi interessi intoccabili. Oggi, invece, ricorrono i 40 anni dalla morte di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Sicilia, fratello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel 1980, un sicario si avvicinò al finestrino della sua Fiat 132, dove era entrato assieme alla moglie, ai due figli e alla suocera, e fece fuoco. Era un democristiano troppo poco accondiscendente con il sistema di nomine e di appalti che allora vigeva in Sicilia, un democristiano scomodo, che diede persino ragione al deputato comunista Pio La Torre quando denunciò la corruzione e le infiltrazioni mafiose all’interno dell’assessorato all’agricoltura della sua stessa maggioranza. Anche Pio La Torre, poi, fu fatto assassinare due anni dopo, nel 1982, da Riina e Provenzano. Questa è le Storia del nostro paese.Una Storia di uomini coraggiosi che sono morti combattendo il cancro della criminalità organizzata per cercare di consegnarci un’Italia migliore. E oggi, che qualche patetico, piccolo, vigliacchissimo ometto, cerca di convincerci che il vero problema siano quattro poveracci che scendono assiderati dai barconi e non il tessuto criminale che ancora gestisce gran parte del potere economico e politico italiano, dobbiamo guardare a loro come a un punto di riferimento. Perché “siamo tutti nani sulle spalle dei giganti”, ma alcuni di noi scelgono di strisciare.