CONSULTA, NON PASSA LA RICHIESTA DI REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE
Se il 2019 non si è dimostrato l’anno di Salvini, il 2020 non sembra essere iniziato sotto migliori auspici. La Consulta costituzionale respinge la richiesta di referendum sulla legge elettorale il cui primo “sponsor” era la Lega dello stesso Salvini.Il referendum è stato giudicato inammissibile. Si sprecano le imprecazioni e le accuse verso una politica definita vecchia. Ma è vero che potremo definire vecchio un sistema che rimanda al mittente la formula di una legge elettorale totalmente maggioritaria? Il punto è questo: secondo la Consulta si sarebbe stravolto il principio di assegnazione proporzionale dei collegi e di conseguenza avrebbe dominato il metodo maggioritario.E’ innegabile che sia così e che l’interpretazione della stessa Consulta non sia stata viziata da simpatie politica ma da buonsenso.Da più parti si sta rivalutando il metodo proporzionale; lo stesso modello che sembra in questo momento essere in pole position è quello sulla base tedesca con sbarramento (a nostro pare troppo alto) del 5%. Adottare un proporzionale non è comunque un ritorno indietro, al passato, ma una presa d’atto che ogni pensiero, ogni idea può essere rappresentata. E’ inoltre un incentivo al ritorno alle urne. Non si può imporre al cittadino una scelta obbligata; non è eticamente giusto. Oltre al fatto che il maggioritario si è dimostrato lacunoso fin dal primo momento che è stato adottato.Ritornando alla decisione della Consulta, essa riguardava il pronunciamento sulla richiesta di abolire il metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale di camera e Senato. L’obiettivo era quello di trasformare il sistema elettorale in un maggioritario a collegi uninominali. Un modo far contare sempre meno il volere del cittadino a favore delle logiche partitiche. Il quesito comprendeva anche la delega al governo per la ridefinizione dei collegi in attuazione alla riforma costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari.Sarebbe sorto un conflitto tra poteri e probabilmente il rischio era quello di andare incontro ad un “porcellum 2” di Calderoliana memoria. Il “Re” della ormai celebre “porcata”, tal Roberto Calderoli, sbaglia clamorosamente quando afferma che “Ieri il quotidiano la Repubblica scriveva “Cancellare Salvini” e oggi con la decisione negativa della Consulta sul referendum sulla legge elettorale possiamo scrivere “cancelliamo il popolo”. Semmai è restituire un briciolo di quanto il popolo dovrebbe riavere indietro. Troviamo per questo più giusto quanto detto dal ministro Di Maio quando afferma che la strada da seguire “dovrebbe essere quella del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento”.Ma come si può palesemente vedere non c’è grado di giudizio o di valutazione che in Italia goda di assoluto rispetto. Se non viene fatto quello che questo o quel partito si aspetta si appongono etichette ingiuste quanto irrispettose. Una Consulta non può essere definita di sinistra. Cerchiamo di essere seri, altrimenti la Giunta a procedere del Governo come dovremo chiamarla?
