LA MIA PRIMA VOLTA A SANREMO

LA MIA PRIMA VOLTA A SANREMO

La prima volta nel 1956 e quella facciata Liberty del Casinò di Sanremo, strapiena di luci, mi apparve Las Vegas.Ero invece ,a Sanremo per il Festival e che entusiasmo.(Toto Torri)Volevo fare questo mestiere fin dal Ginnasio, mi entusiasmavo leggendo le corrispondenze dei grandi inviati di quei tempi, ma non sapevo da dove cominciare e proprio in quel momento del primo febbraio del 1956, scendendo da quel treno lumaca, l’apparizione di quella facciata fosforescente Liberty del Casinò, pensai alla fortuna che avevo avuto di arrivare in quella sognata,vecchia stazione, dove si faceva il Festival e vedere Sanremo. Arrivava quel treno in pieno centro ed io giovanottello speranzoso. in una delle mie primissime esperienze , mi sentii baciato dalla sorte.L’anima mi sorrideva. Arrivai alle 19 circa nell’ufficio di Giovanni Birone,capo ufficio stampa del Casinò, mi disse per l accredito vieni domattina, sei ospite al Grand Hotel Des Anglais, a Corso Imperatrice. Grazie e timoroso tuttocchi, mi avviai, da un lato avevo il mare e dall altro di Corso Imperatrice in pendio e pieno di fiori. una fila di alberghi da favola: Royal, Des Anglais, l’Eden,l’Astoria, Il Londra, di fronte , Morandi,il Miramare.Erano gli anni del primo bessere, che ci confortò fino, ai favolosi anni ’60, ‘70 . Il famoso romanzato boom.Sanremo, in quei tempi, primeggiava in Europa e anche oltre. Era la meta agognata del turismo di classe , dei veri signori, anche se Montecarlo reggeva l’urto ed era in competizione. Eravamo invidiati per il clima ,la collinsa di San Romolo protegge quel pezzo di Riviera dei Fiori, baciato dal sole, su quelle terrazze di terra venivano coltivate in declino e create nelle serre le più pregisate rose del mondo, sterlizie e garofani doppi , che arrivavano fino a Los Angeles. La ricettività alberghiera era di primissimo ordine, non poteva competere nessuno, i nostri menù facevano gola ad un turismo d’elite, aristocratrico,ricco, arrivava perfino dagli Stati Uniti e dal Canadà.Ad arricchire il soggiorno, una serie di manifestazioni sportive, scientifiche, open di tennis, Golf, convegni medici sulla bellezza il fitness e la mondanità quella vera ad ascoltare ed acquistare. Al Roof Garden del Casinò, si esibivano le più grandi star internazionali. L’elite mondiale veniva a svernare, non è un caso che ci sia un Corso Inglesi, un Tempio per i protestanti e monumenti al Cimitero dai nomi austriaci, inglesi, tedeschi, americani. Esisteva già un ufficio turismo che pensava soltanto a soddisfare i desideri degli ospitii. Si faceva di tutto per prolungare, tenere ben cari i turistii ricchi l’ intera stagione invernale. Tanto che nel 1951, a fine gennaio, la Direzione pubbliche relazioni del Casino si inventò il Festival della Canzone Italiana,un diversivo in musica, che in pochi anni si è trasformato in un evento europeo e internazionale. Quest’anno festeggia i 70 anni, un bel traguardo.Ma anche qui, è arrivato un pesante degrado, alberghi famosi, negozi delle grandi firme in Via Matteotti, quella del Festival e la parallela Via Roma, della Fontana dello zampillo, dove ogni anno arriva la più classica del calendario ciclistico, la Milano Sanremo, hanno chiuso i battenti,Gucci, Cremieux, Fendi, Saint Laurent, Chanel, Fontana, Armani,a sostituire, triste tavole calde, paninoteche, spariti alcuni cinema, è rimasta la sinfonica sanremese ed è un miracolo, resiste il Teatro del Casinò, ma la casa da gioco è praticata soprattutto da poveri cristi, arrivano il sabato sera dal Sud, e ripartono la domenica mattina spesso, molto spesso vuote le tasche e con il solo biglietto di andata e ritorno. C’è miseria, ma un’altra miseria, non come quella del secolo scorso ed e’ ancora più miseria.