HANNO ASSASSINATO MARIELLE E PAULO MENTRE VOGLIONO UCCIDERE IL BRASILE

Non è certo una prova di colpevolezza ma la notizia che i proiettili usati per uccidere la consigliera comunale di Rio, Marielle Franco e il suo autista provengono da un lotto venduto, dall’azienda CBC, alla polizia federale brasiliana, crea sconcerto e rafforza i dubbi. A riferirlo a Tv Globo sarebbe stata una fonte autorevole della polizia di Rio.Le munizioni usate dunque sarebbero originali e di calibro 9, mentre i colpi sparati dai sicari sono stati complessivamente 13: quattro hanno colpito Marielle alla testa e tre il suo autista. Secondo la polizia di Rio, il lotto di munizioni UZZ-18 sarebbe stato venduto alla polizia federale di Brasilia dall’azienda Cbc il 29 dicembre del 2006. La polizia ha annunciato l’apertura di un’inchiesta interna. Inoltre, l’auto Cobalt usata dai killer dell’attivista aveva una targa di Nova Iguacu che corrisponderebbe a un altro veicolo. Marielle Franco 38 anni, era consigliera comunale del Partito socialismo e libertà a Rio de Janeiro ma era soprattutto una grande attivista contro le diseguaglianze e le violenze all’interno di quel mondo sospeso che ruota intorno alle favelas più povere. Compito complesso che assolveva con spirito indomito con un carattere solare riconosciuto da tutti. Marielle era molto nota. Meticcia, lo sguardo sempre sorridente aveva criticato nei giorni scorsi gli interventi della polizia militare e dei soldati a Acari, una enorme favela nell’estremo nord di Rio. Lunedì scorso infatti c’era stata un’incursione dei corpi speciali di polizia e cinque giovani erano stati uccisi. Marielle non aveva creduto alle versioni ufficiali:”Dobbiamo raccontare cosa sta accadendo a Acari”, aveva scritto su Facebook, “Dobbiamo gridare al mondo e far sapere a tutti l’azione brutale e selvaggia della polizia”. Ma Marielle si era spinta oltre con un’accusa ancora più grave: “Il 41 Battaglione della Polizia Militare di Rio sta terrorizzando e stuprando i residenti della favela. Questa settimana due giovani sono stati uccisi e gettati in un burrone. Oggi la polizia ha camminato per le strade minacciando i residenti. Accade sempre e con i nuovi interventi gestiti anche dall’esercito la situazione è peggiorata”. Quando è stata assassinata da alcuni sicari con quattro colpi di pistola alla testa la notte del 15 marzo era di ritorno da un evento in sostegno delle giovani donne nere delle favelas. Con lei è stato ucciso il suo autista, il 39enne Anderson Gomes. Il suo omicidio ha creato una vera e sincera un’ondata di sdegno in tutto il Paese, migliaia di persone hanno manifestato in strada. Marielle era laureata in pubblica Amministrazione si era specializzata nelle Upp, le Unità di pacificazione create ai tempi di Lula e Rousseff all’interno delle favelas di Rio. Aveva ricoperto numerosi incarichi anche nella società civile e con altre donne si batteva per i diritti delle minoranze. Lascia una figlia di 19 anni. Le proteste si stanno diffondendo e altre manifestazioni sono in corso in un Paese che pareva anestetizzato dal governo delle destre e dagli scandali spesso montati ad arte dalle ricchissime oligarchie economiche decisamente avverse agli ex presidenti Dilma e Lula ed il mondo politico della sinistra. In oltre dieci città del Paese, come Salvador, Belo Horizonte e Belem e Recife una folla di persone ha partecipato alla cerimonia funebre che si è svolta in municipio. L’omicidio è stato deplorato dal neo ministro per la Sicurezza pubblica, Raul Jungmann, e da numerose forze politiche. In una nota, il governo di Brasilia ha affermato che seguirà da vicino e costantemente le indagini sul duplice assassinio. I ripetuti atti d’accusa di Marielle contro le istituzioni, contro il clima di terrore fomentato e poi represso con sistemi dittatoriali era indirizzato anche contro un controverso decreto che affida la gestione della sicurezza all’esercito. Dal 28 febbraio, Marielle Franco faceva parte della Commissione che esamina il decreto disposto dal presidente Michel Temer. Intanto a dimostrazione del clima di caccia agli oppositori, alle figure più popolari della società civile a più chilometri più a ovest, c’è stato un altro agguato sanguinoso. A restare ucciso da misteriosi sucari Paulo Sérgio de Almeida Nascimento, 37 ambientalista dell’Amazzonia, figura di spicco di Caboclos, Indigenas e Quilombolas da Amazônia(Cainquilama), un’associazione che si batte per i diritti delle popolazioni indigene locali. Anche in questo caso una vera e propria esecuzione portata a termine da tre sicari che si erano nascosti nella boscaglia. L’avvocato di Paulo Sérgio de Almeida Nascimento ha dichiarato che gli agenti locali della Polizia Federale potrebbero essere coinvolti. Anzi, spingendosi oltre, ha detto che potrebbero essere loro stessi gli assassini che, secondo alcuni abitanti del villaggio, avrebbero più volte minacciato. L’attività era diventato famoso per aver denunciato una grave perdita di rifiuti altamente tossici da una diga che sorge a valle della miniera gestita dalla Hydro Alunorte, la multinazionale norvegese più grande produttrice di alluminio al mondo. È bene sottolineare che in questi giorni il Brasile è anche sotto i riflettori del mondo per i Forum Sociali e dell’Acqua. Una importante occasione di incontro e discussione internazionale con di più di 50000 persone provenienti da 120 diversi paesi del mondo che ritroveranno per affermare la loro resistenza al neoliberismo che in quasi 20 anni ha prodotto enormi disastri e squilibri nel mondo. L’evento è stato organizzato fin dal 1997 dal World Water Council (WWC) con cadenza triennale per discutere questioni economiche, sociali e ambientali legate al bene comune dell’acqua, proporre e stimolare soluzioni condivise a livello globale e locale. La scelta del Brasile metterà l’accento anche sui diversi colpi di stato più o meno democratici più o meno tecnici che hanno eliminato in Brasile, Paraguay, Honduras, e in parte in Venezuela, i progressi e le politiche di inclusione e si redistribuzione che governi progressisti erano riusciti a portare avanti pur tra mille difficoltà. I tragici fatti di queste ore non lasceranno indifferenti i delegati che hanno già espresso la loro indignazione per il clima che ormai sembra pervadere tutto il Brasile e che finalmente travalica il grande Paese sudamericano.