LA CITOFONATA DI SALVINI E LE DIFFERENTI VISIONI DI SGARBI E FORNERO

LA CITOFONATA DI SALVINI E LE DIFFERENTI VISIONI DI SGARBI E FORNERO

La7. Di Martedì. Ieri sera c’erano Sgarbi e Fornero. Argomento: scampanellata di Salvini. Ci danno due visioni sul fatto. Per Sgarbi la visione su quel gesto è molto semplice. E, tra uno strillo e l’altro, si riassume in un aggettivo: “legittimo”. Per lui non è infatti squadrismo né “violenza andare a citofonare per sentire se c’è qualcuno che spaccia”. Anzi, a suo dire suonare un campanello è proprio un “diritto”. Sennò “si fa come i ricchi che tolgono il nome dal citofono”. Semplice. La Fornero invece ha una stranissima visione. Assurda per certi aspetti. Pensate infatti che, secondo lei, quella è stata un’esperienza dolorosa, che paragona ad un raid squadrista, come quello che Salvini fece nel suo paese natio in Piemonte. Di più: motiva questo fatto perché – sentite la follia – “in un paese civile si va dai carabinieri a segnalare, non si scampanella davanti a telecamera a chiedere se c’è uno spacciatore”. E, secondo lei, il fatto sarebbe ancor più grave perché il protagonista è un ex Ministro dell’Interno addirittura candidato a governare un paese. Una persona che la Fornero si azzardare addirittura a definire “con un non sufficiente senso delle Istituzioni”. Ecco allora. Due esempi visioni. Due diversi modi di fare politica. Non solo su quella vicenda. Ma su tutto. Ci perdonerete allora se, anche tenendo conto che la Fornero politicamente possa piacere o meno, tra le due visioni, sì, sposiamo la sua.