IL PUNTO SULLA PRESCRIZIONE: È GUERRA APERTA
Il punto sulla prescrizione. Discussioni, braccio di ferro tutto governativo, opposizione invitata a nozze su un argomento sempre a lei caro, Renzi a cui non sembra vero di potere fare parlare ancora di sé , avvocati penalisti che hanno disseppellito l’ascia di guerra, abbandoni per protesta di aule gremite per inaugurazione anno giudiziario. Indubbiamente: la nuova madre di tutte le battaglie! Sfugge un piccolo particolare. È legge. Il blocco della decorrenza del tempo con la pronuncia della sentenza di primo grado è legge dello Stato. Dal primo gennaio 2020 la norma si applica, si deve applicare, e il condizionale non può essere utilizzato, a tutti i reati commessi, consumati e initinere da quel momento in poi. E allora, tutto il frastuono di questi giorni? Dei mesi pregressi? Su una norma che è in vigore? Le forze politiche della maggioranza stessa vogliono attenuare l’effetto che l’applicazione tout court potrebbe determinare nel futuro. Nel caso di specie i protagonisti del dibattito parlamentare sanno benissimo che per il principio del ” favor rei” ove alla rigidità della norma voluta dal guardasigilli Bonafede, fossero trovati dei correttivi o degli effetti mitigatori della portata, questi, per la eccezionalità della legge penale che se più favorevole all’ imputato retroagisce, potrebbero applicarsi ai processi in corso. Il Ministro Bonafede non intende recedere dalla normativa varata ed entrata in vigore. Ritiene chiuso l’argomento sostenendo che i toni usati da componenti della maggioranza siano più consoni all’ opposizione, e che in Consiglio dei Ministri le forze governative saranno chiamate ad assumersi la responsabilità delle loro scelte in difformità alla norma promulgata. Chiaro il riferimento a Matteo Renzi che con il suo Movimento Italia Viva sta chiedendo a gran voce un ripensamento dei grillini. Neppure la capacità mediatrice del premier Conte fino a ieri aveva sortito effetti. Ieri nel tardo pomeriggio ha avuto luogo un vertice a palazzo Chigi ufficialmente per discutere sul tema della riforma del processo penale, in realtà per giungere a un compromesso sulla prescrizione, sapendo che, senza mediazione o disponibilità alla cooperazione nessuna soluzione riesce ad apparire all’orizzonte. Renzi si dichiara convinto che portare la questione in Aula sia un suicidio per il ministro della giustizia, prefigurando una sonora sconfitta per i pentastellati, quando a Montecitorio il 14 febbraio prossimo giungerà una proposta di legge a firma Costa per l’abolizione della prescrizione così come voluta da Bonafede. In mezzo a questa prova di forza sta il PD. L’alleato di governo bacchetta Renzi perché sta prestando il fianco alle forze di opposizione . Andrea Orlando, ex ministro della giustizia ha osservato” con fatica possiamo arrivare a una modifica della norma senza dare vantaggi alle destre e una patente di garantismo a chi non la merita”. In realtà, per l’ex ministro se non fosse stata accettata la previsione che distingueva per il blocco della prescrizione fra assolti e condannati in primo grado , non sarebbe rimasto che un rinvio con sospensione della riforma Bonafede per un anno al fine di affrontare con più calma l’intera riforma del processo penale. Nelle ore precedenti il vertice di ieri sera aveva raggiunto ottime quotazioni la mediazione operata con il cosiddetto «lodo Conte bis», elaborato da Federico Conte eletto fra le fila di LEU. La prescrizione, secondo il piano Conte, non si bloccherebbe dopo il primo, ma dopo due gradi di giudizio. Un vertice interlocutorio, quindi, ieri pomeriggio a Palazzo Chigi in cui le posizioni intransigenti sono state due: quelle del Movimento 5 Stelle e quelle dei renziani. Il premier Conte ha cercato una difficile mediazione tra le forze di governo per evitare una pericolosa spaccatura in Parlamento. Il braccio di ferro, però, sarà destinato ancora a continuare. Nessuno degli attori sa mettere acqua sul fuoco, alcuni probabilmente per opportunismo , altri per recuperare credibilità nel loro elettorato. Lo stesso Di Maio con un post su Facebook ha invitato i grillini a scendere in piazza il prossimo 15 febbraio per sostenere le ragioni del suo Movimento contro una ” Restaurazione anti grillina… ” Il reggente del Movimento, Crimi, ha dichiarato che il tema è la velocizzazione dei processi e quindi la discussione sulla riforma del processo penale”. Al vertice di ieri pomeriggio raggiunto un difficile accordo da cui si è dissociata, immediatamente, Italia Viva. La mediazione del premier ha fatto sì che assumesse valore la proposta avanzata da Leu con Federico Conte. Il “lodo Conte bis” così come denominato vedrebbe la prescrizione applicarsi diversamente per gli assolti e per i condannati in primo grado. Per coloro che vengono assolti il tempo continuerà a scorrere, quindi la prescrizione non incontrerà blocchi e sospensioni. Per coloro che vengono condannati in primo grado, invece, il decorso del tempo ai fini della prescrizione, si bloccherà. Un accorgimento importante che ha condotto alla possibile mediazione è stato quello di portare la durata del giudizio d’appello a due anni con massimo sforamento della durata di soli sei mesi. Previste sanzioni disciplinari per magistrati nel caso di inequivocabili e immotivati casi di processi ” lumaca”. Previsto altresì che se l’imputato viene assolto in grado di appello, potrà recuperare il periodo prescrizionale sospeso durante il processo di gravame. I renziani ritengono inutile il lodo e lo ritengono ancora lesivo dei principi del garantismo. Continuano a sostenere la proposta di legge Costa alla Camera, al punto da affermare che ove non dovesse essere approvata, la stessa sarà riproposta da Renzi in persona al Senato. Stavolta tutte le voci dei protagonisti della serata di ieri si sono levate contro Renzi e Italia Viva, rei di volere a tutti i costi un rinvio dell’entrata in operatività della norma. È proprio guerra aperta. Il Il governo ora valuta un decreto legge sulla prescrizione e un disegno di legge delega sulla riforma del processo penale ( cfr Repubblica). Forse la diatriba finirà a colpi di Fiducia, quando il terrore delle elezioni si impadronirà di tutti i contendenti. Intanto la norma vige. Forse l’unico reato per il quale in questo momento potrebbe essere immediatamente e validamente applicata la norma del blocco della prescrizione potrebbe essere il Vilipendio al popolo italiano.
