LE PIAZZE PER SÉ, LE PIAZZE PER GLI ALTRI

LE PIAZZE PER SÉ, LE PIAZZE PER GLI ALTRI

orse davvero ci siamo dimenticati che la politica sia il battersi per i diritti degli altri. Davvero. Ci siamo dimenticati che la sinistra, quando faceva la sinistra, eragrandeperché comprendeva persone con diritti acquisiti che decidevano di fare politica perchéanche gli altriavessero i loro stessi diritti. La cosiddetta attenzione per ipiù deboliè sostanzialmente questa cosa qui, e oggi sembra una blasfemia. La piazza di Bologna che si riempie per Patrick Zaky ne è un esempio chiaro: ci sono in piazza studenti che molto difficilmente potrebbero ritrovarsi nella situazione del giovane studente egiziano, è molto improbabile che si ritrovino anche solo a viaggiare in Egitto, statisticamente non è un pericolo reale finire torturati dalle forze di polizia di qualche regime eppure hanno esercitato tutta la loro empatia per sentire quella violazione dei diritti come una violazionefatta a loro. Stessa cosa la mobilitazione per Giulio Regeni. Vale lo stesso per chi in questi giorni prova ad aprire gli occhi del mondo sulle ingiustizie siriane e sui profughi di Idlib. E ci sono altri migliaia di esempi disponibili. Provate a pensare a un multimiliardario che non operi per salvare il deretano alle sue proprietà e ai suoi amici miliardari, provate a pensare a un prepotente che non si dia da fare per accontentare i prepotenti, a un bolso industriale che brighi per i suoi amici industriali, a un senatore semplice che strepiti per se stesso e per i suoi amici: ci sono tutti. Pensate invece a un eterosessuale che si impegni per i diritti degli omosessuali, a un benestante che proponga leggi sfavorevoli per la sua classe sociale e a favore dei poveri, a un italiano che si impegni per i diritti dei non italiani: sono pochi, pochissimi. Quando Bill Gates ha chiesto di pagare più tasse perché riteneva iniquo il sistema fiscale statunitense è stato trattato come un matto. «Perché non si è fatto gli affari suoi?», chiedevano. Farsi i fatti propriè diventato sinonimo di intelligenza, mica di egoismo. E il pensiero è diventato virale. E siamo arrivati a questo punto. Ora fate un esercizio: pensate a un politico che abbia deciso di rappresentare unacomunitànon per la propria provenienza ma perché crede in quei valori. Se lo trovate ha già un prerequisito che manca a molti. Sarebbe un buon inizio, scendere in piazza per gli altri. Perché i diritti sono quasi sempre quelli degli altri.