QUANT’E’ DIVISO IL CENTRODESTRA UNITO

Mah. Mah, mah e poi mah. •Cioè?Ieri, ad Arcore, si sono visti questi del centro-destra. Berlusconi, Salvini e la Meloni. Un vertice ovvio, perché l’altro giorno hanno annunciato che saliranno insieme al Colle, in modo da dimostrare di essere una cosa sola e di valere quel 37% che, se considerati insieme, hanno preso il 4 marzo. La settimana scorsa sono andati a trovare Mattarella ciascuno per conto suo. E hanno detto al presidente cose diverse, tant’è vero che la Meloni, all’uscita, ha dichiarato: «Forse sarebbe meglio, la settimana prossima, presentarsi uniti». Quindi il vertice di ieri serviva a trovare un discorso comune da presentare a Mattarella. È inutile presentarsi uniti se poi ognuno parla una lingua diversa dall’altro. •A giudicare da come ha esordito, si direbbe che questo discorso unitario non è venuto fuori.Giudichi lei stesso. Alla fine del summit è stato emesso questo comunicato: «Quasi il 40 per cento degli italiani ha scelto di dare la propria fiducia ai partiti del centrodestra ai quali oggi spetta, indubbiamente, il compito di formare il governo. Gli elementi dai quali i tre leader non intendono prescindere sono un presidente del Consiglio espressione dei partiti di centrodestra, l’unità della coalizione e il rispetto dei principali punti del programma sottoscritto prima del voto». •È politichese. Non sono sicuro di capire.Si parla sempre di «partiti di centrodestra» e non di «centrodestra» tout court. Chiederanno il presidente del consiglio e si sapeva. Chiederanno il «rispetto dei principali punti del programma», e anche questo è il minimo. L’insieme significa che non hanno trovato nessun punto d’accordo utile per l’alleanza con i cinquestelle. Il punto dirimente lei sa già qual è: Berlusconi. O il leader di Froza Italia accetta di essere lasciato nell’ombra mandando qualcun altro a rappresentare il partito, o di fare il governo con Di Maio non se ne parla. Potrebbe il centro-destra, allora, mettersi col Pd, come piacerebbe a Berlusconi? Neanche, perché Salvini ha detto chiaro: col Pd mai. A conferma di questo stallo, le agenzie riportano anche che «fonti della coalizione» fanno sapere che il centrodestra proporrà a Mattarella di lasciargli formare un governo e presentarsi in parlamento a chiedere i voti necessari. •Si può fare?Tutto è possibile in teoria. Non ottenendo la fiducia, il governo così sconfitto resterebbe però in carica per l’ordinaria amministrazione e, in caso di elezioni, gestirebbe la campagna elettorale. Forse Berlusconi ha in testa questo, anche se non è possibile perché l’uomo più nemico del ritorno alle urne è proprio lui. D’altra parte lo stesso Salvini ha smentito che l’ipotesi del governo di minoranza sia praticabile. Un’ora dopo la fine del vertice ha postato su Facebook: «Si parte dal centrodestra ma continua il dialogo a partire dal Movimento 5 Stelle. Sono fiducioso in un governo con i 5Stelle. L’unica cosa che escludo è di fare un governo insieme al Pd, che ha fatto disastri negli ultimi sei anni». Segue, da parte delle agenzie, un’altra informazione attribuita a «fonti leghiste»: «Salvini non è disponibile a ricevere un incarico senza essere certo di avere prima una maggioranza chiara in Parlamento. Salvini, insomma, non intende andare alle Camere alla ricerca di voti. “I voti non si cercano come i funghi”». A questa doccia fredda sui compagni di coalizione, segue una dichiarazione di Giorgia Meloni: «Cerchiamo una maggioranza in Parlamento. Chiederemo un incarico per Salvini. Fa testo il comunicato ufficiale». Salvini ha risposto anche a questo: «I voti non sono funghi. Chiederemo che sia io il premier ma non andremo in Parlamento al buio, andremo se c’è una maggioranza». •La storia della «maggioranza in parlamento» fa pensare che Berlusconi sia pronto a comprare un bel pacchetto di deputati e senatori per formare una maggioranza.Credo che ce ne vorrebbero troppi. E poi costoro dovrebbero dichiararsi prima. No, il punto è probabilmente un altro. Aspettano tutti tre date. Prima data il 21 aprile: l’assemblea del Pd potrebbe far vincere una linea non-renziana e rendere possibile un’intesa tra cinquestelle e Partito democratico. È l’ipotesi su cui punta Di Maio. Gli darebbe la possibilità di fare il governo e renderebbe più difficile la vita alla Lega. Seconda data: le elezioni regionali del Friuli, il 29 aprile (che saranno precedute dalle elezioni regionali in Molise, la domenica prima). Salvini aspetta il momento elettorale friulano non solo per far vedere a tutti quanto è forte il Carroccio, ma anche perché, dopo, avrà meno bisogno dei voti di Forza Italia e potrà in teoria rompere con Berlusconi. È solo teoria, badi, perché è evidente che a Salvini conviene assorbire il voto di Forza Italia senza traumi e in mezzo al generale consenso dell’elettorato di centro-destra. C’è poi la data del 1° maggio: dal 2 maggio in poi non sarà più possibile convocare le elezioni anticipate prima dell’estate. Credo che fino al 1° maggio passeremo di stallo in stallo. Mattarella infatti s’è già detto preparato a un terzo giro di consultazioni.• Di Maio s’è fatto vivo?Sì, con questa dichiarazione: «Capisco che Salvini abbia difficoltà a sganciarsi da Berlusconi, ma da Arcore non può partire nessuna proposta di cambiamento. «Non è da lì che può scaturire un governo di cambiamento, da lì può scaturire solo un governo-ammucchiata. Per noi questo film non esiste. Il nostro obiettivo è mandare avanti le lancette, non mandarle indietro». Dalla villa di Davide Calaeggio a Settimo Vittone ha parlato anche Grillo. «Rilassatevi, andiamo a destra, andiamo a sinistra, sembrate Gianni e Pinotto…». I cronisti hanno insistito, governo con la Lega o col Pd? E il comico, prima di salire in auto, ha risposto: «Succederà tutto e sarà una cosa meravigliosa, l’Italia è un Paese straordinario». Di Maio ha anche postato un selfie scattato per l’occasione (chiacchiere politiche, grigliata in giardino e partite a calcio balilla). C’erano anche Giancarlo Cancelleri, Massimo Bugani, Enrica Sabatini, i membri dello staff pentastellato e quello che segue gli show di Grillo. «Clima sereno, serenissimo», ha assicurato Bugani, mentre Di Maio era già in viaggio per Roma.