5 REGOLE DI COMPORTAMENTO ADOTTATE DAI COMUNISTI PER REAGIRE AGLI EVENTI DELLA STORIA
Vedete, ci sono tanti modi di reagire a una catastrofe, a una guerra, a un’epidemia. Noi siamo comunisti e nella storia i comunisti hanno sempre reagito a simili eventi secondo 5 regole di comportamento:1. NÉ SOTTOVALUTAZIONE DEMENTE NÉ PANICO INUTILE.L’elemento tragico e catastrofico è parte della vita e della storia dell’umanità. Non c’è altro modo di uscirne che mantenere la calma, fare una valutazione scientifica, metter su un piano ed applicarlo rigorosamente, via via aggiustandolo attraverso continui feedback dal basso.Nessuna passività e nessuna azione scomposta. Gli eventi non si subiscono, si dominano.2. ABBASSO L’INTERESSE INDIVIDUALE, IL COLLETTIVO AL CENTRO!L’uomo non è un’isola, nessuna vita conta più di un’altra. Ognuno di noi è intrecciato agli altri. Il virus lo rende evidente: tu non sei responsabile solo della tua vita, ma anche di quella altrui, che tocchi o sfiori. Chi agisce per profitto individuale o noncuranza, sbaglia. Al contrario bisogna condurre ogni azione pensando: che impatto ha sulla collettività?3. AL SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI, DEI PIÙ FRAGILI, CON CORAGGIO.A differenza dei capitalisti e dei fascisti, i comunisti credono che ogni vita abbia un valore inestimabile. Anche quella dei poveri, dei deboli, degli stranieri, dei detenuti o degli anziani. Il progresso di una società si misura da come vivono queste categorie, e da cosa gli succede in tempo di crisi. I comunisti si mettono al servizio del popolo e sono disposti a sacrificare i propri interessi di singoli e anche di organizzazione per questo popolo, a compiere le azioni più delicate e pericolose. Perché sanno che da questo esempio può nascere una nuova società.4. LA SOLIDARIETÀ PRIMA DI TUTTO.Durante una crisi dobbiamo pensare a chi sta peggio. Aiutare gli anziani che non possono uscire. Aiutare le famiglie che non sanno a chi lasciare i figli. Essere solidali fra lavoratori che rischiano di perdere il lavoro non facendoci le scarpe a vicenda. Mettere in comune quello che abbiamo. Farci compagnia e non smettere di pensare che finirà e che faremo cose bellissime.5. SOTTOLINEARE GLI ERRORI CHE CI HANNO PORTATO QUI E NON RIPETERLI.Mentre mettiamo in sicurezza il nostro popolo non dobbiamo però dimenticare di analizzare perché c’è stata la catastrofe e da chi o cosa dipende. Individuati gli errori, dobbiamo da subito mobilitarci perché non siano ripetuti. Nessuna retorica di unità con chi ci ha portato qui. In altre parole: i problemi vanno sempre risolti politicamente, altrimenti si ripresenteranno. Dalle peggiori catastrofi possono nascere invece le più belle rivoluzioni.
